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Milano sta diventando sempre più come un aperitivo in Brera: attira giovani come spritz al tramonto, ma gli over 50 sembrano preferire un calice di vino in campagna. Secondo uno studio del Centro studi circolo Caldara, curato dal demografo Alessandro Rosina dell'Università Cattolica, la City sta vivendo una trasformazione demografica significativa. Parliamone.
Chi viene e chi va a Milano
Tra i 20 e i 34 anni, i giovani vedono Milano come la terra promessa, nonostante gli affitti che ti costringono a chiedere un mutuo da 200 anni anche per un monolocale. La città offre opportunità lavorative, eventi culturali e una vita notturna notevole, quindi ci sta che le nuove generazioni si prendano bene. Nonostante le difficoltà, i ragazzi si trasferiscono qui sperando in una vita che vada oltre il lavoro, cercando quel mix perfetto tra carriera e divertimento.
D'altro canto, però, gli over 50 stanno facendo le valigie. Dal 2008, le cancellazioni dall'Anagrafe sono in aumento, con molti che scelgono di lasciare la città per vivere in luoghi più tranquilli o per motivi lavorativi. La diminuzione della natalità e il caro vita rendono difficile per i giovani nuclei familiari mettere radici qui, creando un turnover della popolazione dell'8,8% nel 2022.
E poi ci sono i single, che a Milano spuntano come funghi dopo la pioggia. Le famiglie mono-nucleo sono passate da 300 K nel 1999 a 450mila nel 2023. Se nel 2008 il 40% delle persone tra i 30 e i 34 anni viveva da solo, oggi siamo al 51%. Insomma, la città è sempre più popolata da cuori solitari, felici o meno di esserlo.
Non dimentichiamo la componente internazionale: i residenti stranieri sono passati dal 7,87% del 1999 al 21,24% del 2023, portando nuove culture e sapori in città. Tuttavia, aumentano anche le disuguaglianze, con il costo della vita che rende difficile vivere qui anche per il ceto medio. Vero o no?
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