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Stipendi in ritardo ed errori in busta paga: uno sbatti per il 47% dei lavoratori

Errori nei cedolini per 4 lavoratori su 10: quando lo stipendio diventa un terno al lotto

Arriva il 27 del mese, ti siedi bello carico davanti all’app del conto in banca pronto a vedere accreditato il tanto sudato stipendio e… niente. Nada, nisba. Un beneamato caz*o. Oppure, peggio ancora, c’è, ma l’importo sembra quello del rimborso spese del tirocinante. Panico. Rabbia. Stress. No, non sei tu che hai perso il conto tra bonus, trattenute e tredicesime fantasma, sono gli errori in busta paga, un male oscuro che colpisce 4 lavoratori su 10.

Busta paga: errore o scherzo?

Secondo il nuovo “State of Payroll Report 2024”, i problemi con gli stipendi non sono solo un fastidio amministrativo, ma minano la fiducia nei confronti dell’azienda. Ok, l’analisi parla di Regno Unito, Stati Uniti e Germania, ma fattibilissimo che in Italia la situa sia anche peggio. Il 42% dei lavoratori dice che gli errori nei cedolini gli fanno venire la tentazione di dare le dimissioni e scappare in un eremo tibetano. E non hanno tutti i torti: se ogni mese devi controllare con il pallottoliere se lo stipendio è giusto, c’è qualcosa che non va. Lavoro ombra, presente?

E non pensate che succeda solo nelle piccole aziende a gestione familiare. No no, anche nelle multinazionali con software sofisticati e reparti HR strapieni di analisti, gli errori fioccano che è una meraviglia. Il 50% dei team HR spende quasi un giorno lavorativo al mese solo a correggere gli stipendi sbagliati. Cioè, praticamente lavorano un giorno in meno al mese per sistemare le cazzate.

Molto bene.

Che poi il problema non è solo di chi si trova con 50 euro in meno sul conto, l’impatto emotivo è de-va-stan-te. Il 47% dei lavoratori riferisce di provare ansia e stress per colpa di questi problemi, addirittura prima della paura di non riuscire a pagare affitti e bollette (37%). Cioè, il disagio psicologico arriva prima della consapevolezza di dover chiamare il proprietario di casa per spiegargli che il bonifico “sta arrivando”.

E chi soffre di più? Le donne e i giovani. Più del 52% delle lavoratrici vive con ansia questi problemi, mentre i lavoratori tra i 16 e i 24 anni sono quelli che si beccano più errori in busta paga (oltre il 70% ne ha subito almeno uno negli ultimi due anni). Sarà perché cambiano lavoro spesso, sarà perché controllano la busta paga meno di quanto controllano Instagram, ma fatto sta che sono le vittime perfette di questo disastro.

“I dati forniti da questo studio sono molto significativi – commenta Cristina Danelatos, CEO Area HR Innovation e IT Corporate di Zeta Service, azienda italiana specializzata nei servizi HR e payroll – In uno scenario altamente competitivo per le imprese diventa assolutamente fondamentale, per trattenere i propri collaboratori, dimostrarsi trasparenti ed esenti da pecche nell’elaborazione delle buste paga e dei pagamenti. Stipendi in ritardo ed errori minano il rapporto di fiducia tra il dipendente e l’azienda e rischiano di inficiare il clima all’interno del luogo di lavoro. Questo problema vale in piccole realtà come all’interno di contesti più strutturati. E, a proposito di contesti più organizzati, bisogna ricordare che queste situazioni, oltre a colpire i dipendenti, generano anche tensioni per gli HR Director, perché toccano la vita reale delle persone che lavorano in azienda, verso le quali chi si occupa di risorse umane prova un grande senso di responsabilità”.

Smart working: paga puntuale o solo un caso?

Se lavorate in smart working, ci sono buone notizie: chi lavora da remoto riceve meno errori in busta paga rispetto a chi è in presenza. Solo il 17% dei lavoratori full remote ha avuto problemi con lo stipendio negli ultimi tre mesi, contro il 22% di chi lavora in sede. Forse perché le aziende completamente digitalizzate usano software di gestione più precisi, forse perché senza pausa caffè con il capo ci sono meno tentazioni di inventarsi trattenute casuali.

Come evitare la roulette russa dello stipendio

Ora, va bene tutto, ma come si fa a evitare questa ansia da accredito sbagliato? Prima di tutto, controllare SEMPRE la busta paga. Sì, lo sappiamo che sembra il papiro di un antico codice medievale, ma dentro ci sono info fondamentali.

Confrontate il lordo con il netto: se non capite perché il vostro stipendio è improvvisamente diminuito, fatevi due domande e chiedete chiarimenti.

Tenete d’occhio i bonus e gli straordinari: Non fidatevi dell’HR che dice “te lo metto nel prossimo mese”.

Non abbiate paura di chiedere spiegazioni: no, non siete rompicog*ioni, siete persone che vogliono essere pagate correttamente per il loro lavoro.

Ci sembra il minimo.

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