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Editorial
foodspring

Chi si sveglia al mattino con l'ossessione della palestra e la scorta di barrette proteiche nel cassetto si è beccato una mazzata: la tedesca Foodspring ha chiuso i battenti. Kaput! Apri il sito per fare il solito rifornimento e… bam! Schermata nera e messaggio strappalacrime:

"La fine di un’era – Addio a Foodspring. Siamo tristi di dover condividere che il nostro viaggio sta giungendo al termine. Continueremo a spedire i nostri prodotti fino a esaurimento scorte. Grazie per il vostro affetto, la vostra fiducia e il vostro supporto in tutti questi anni".

Insomma, il treno delle proteine è deragliato e chi contava su shaker e snack firmati Foodspring dovrà cambiare fornitore. Una perdita notevole per l'infinità di influencer o pseudo tali che con i beveroni di Foodspring ci hanno campato per anni, fingendo (in molti casi) di assaggiare estasiati barrette e shake proteici manco stessero addentando un pollo di Giannasi.

Dai 210 milioni alla chiusura: che è successo?

E dire che la storia di Foodspring era partita col botto: fondata a Berlino nel 2013 da Philipp Schrempp e Tobias Schüle, la startup si era imposta come punto di riferimento nel mondo del fitness food. Poi, nel 2019, era stata acquistata da Mars per la modica cifra di 210 milioni di dollari. Sembrava l’inizio di un dominio incontrastato… e invece, cinque anni dopo, bye bye baby.

I giornali tedeschi hanno scavato un po' e pare che i motivi del crollo siano tre:

- Troppi soldi buttati in pubblicità con sempre meno ritorno.
- Meno visite sul sito e meno ordini: evidentemente la gente ha trovato alternative più convenienti...
- Clienti sempre più imbruttiti, tra recensioni negative e lamentele: merce scaduta, prezzi in salita, porzioni in discesa.

A confermare l’ultimo punto, basta dare un occhio su Trustpilot: punteggio 2,6 su 5... in termini tecnici, una ciofeca. Recensioni a una stella a pioggia, utenti infuriati per barrette vecchie e aumenti di prezzo ingiustificati.

Mars? Fa spallucce e saluta tutti

Dalla casa madre nessun piagnisteo: due righe in croce per annunciare la chiusura entro il 30 giugno 2025, citando "condizioni di mercato complicate". Tradotto: non ci stavano più dentro e hanno deciso di staccare la spina prima che la situazione degenerasse. Fine di un’era, quindi. Ma gli irriducibili delle proteine possono stare tranquilli: i competitor abbondano. La mission è trovarne uno che non ti faccia pagare una barretta come un pranzo da Cracco.

 

Autrice: Daniela Faggion

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