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Stipendi reali, qui va sempre peggio: l’Italia è il paese peggiore d’Europa

Che poi la produttività è pure cresciuta, ma gli stipendi restano immobili.

Tutto vero. Dal 2008 a oggi, gli stipendi in Italia hanno perso l’8,7% del potere d’acquisto. Tradotto: col grano che ci danno, oggi ci compriamo parecchia meno roba di 15 anni fa. Ma il bello (si fa per dire) è che in Germania i salari sono saliti del 15% e in Francia del 5%. Quindi? Siamo il peggior Paese del G20. Vedete voi se ridere o piangere, ma secondo noi più la seconda.

Inflazione, produttività e altri disastri

Negli ultimi anni è andata così: 2022: giù del 3,3%il costo della vita è esploso, ma noi siamo rimasti lì, con lo stesso misero stipendio.

E il motivo? Beh, il solito: aziende piccole, produttività bassa, pochi investimenti e zero innovazione. Insomma, il mix perfetto per farsi superare a destra anche dal cugino del cugino, che non ha studiato ma ha aperto un chiringuito a Ibiza e ora gira col Porsche.

La produttività cresce… allora gli stipendi aumentano?” AH AH, NO.

Sorpresa delle sorprese, negli ultimi due anni la produttività è aumentata più dei salari. Quindi, teoricamente, si potrebbe anche aumentare la paga. Teoricamente. Perché poi, in pratica, i contratti non tengono il passo e la gente continua a vedersi il conto corrente triste come un venerdì mattina di pioggia con lo sciopero dei mezzi.

E sapete perché? Perché i rinnovi contrattuali non coprono l’aumento dei prezzi, visto che gli accordi aziendali sulla produttività vanno bene solo per chi lavora nelle big company. Gli altri? Una pacca sulla spalla e via. Insomma, uno sistema che fa acqua da tutte le parti.

Disuguaglianze… Ne vogliamo parlare?!

A completare il quadro apocalittico, ci sono alcune disuguaglianze da paura:

Gli stranieri guadagnano in media il 26% in meno rispetto agli italiani, anche facendo lo stesso lavoro. Le donne prendono stipendi nettamente inferiori e spesso devono pure farsi il part-time forzato. I giovani? Se hanno una laurea, guadagnano molto meno rispetto ai coetanei in altri Paesi avanzati.

E quindi? Quindi via con il solito balletto: il governo dice che “bisogna intervenire” (ma chi poi, se non loro), le aziende parlano di “sostenibilità”, i sindacati scioperano e alla fine della fiera chi si arrangia, sopravvive. Intanto, in Germania e Francia si fanno i loro bei aumenti di stipendio. Noi, invece, continuiamo a guardare lo scontrino del supermercato, chiedendoci: “Ma come mai ho speso così tanto?”

Autrice: Daniela Faggion

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