
Chiamatelo come volete. Salone, Design Week, Fuorisalone. Sono concetti diversi, ma alla fine della fiera (letteralmente) il risultato è il medesimo: il design spacca. I numeri a conclusione del super evento meneghino, confermano l'entusiasmo visto tra le strade della City nei giorni scorsi, tra le code interminabili per farsi una foto con un'installazione o per portarsi a casa un gadget top level (magari da rivendere, vecchi marcioni che non siete altro).
Fuorisalone, i numeri
L'evento collaterale del Salone, il Fuorisalone, ha registrato numeri wow: oltre 1600 eventi in 18 quartieri, 350 mila i visitatori. Ma il Fuorisalone 2025 ha fatto il botto anche online. Dall’inizio dell’anno, l’audience digitale è cresciuta del 5%, raggiungendo oltre 660mila utenti unici e più di 4 milioni di pagine viste. Roba seria, che conferma quanto il Fuorisalone non sia solo una gita a Brera con lo spritz in mano, ma un fenomeno globale.
Le chiavi di ricerca più cliccate? Un mix perfetto tra location fighette e brand che spaccano, soprattutto nel mondo fashion e tech. Perché ormai è chiaro: moda e tecnologia sono le nuove superstar del design.
Salone, i numeri
La 63ª edizione del Salone del Mobile siè chiusa con 302.548 presenze. Un bel numerone? Sì e no. In linea con la Biennale di Euroluce del 2023, ma sotto di 70mila rispetto all’edizione del 2024, quella con Eurocucina e Bagno che, si sa, tira di più. "È stata una boccata d’ossigeno in un anno che di sereno ha solo il nome" ha commentato Maria Porro, presidente del Salone. La verità? Milano tiene botta e si conferma capitale mondiale del design, collegando più di 2.100 espositori da 37 Paesi, roba da veri professionisti dell’arredamento e dell’hospitality deluxe.
Il dato che fa brillare gli occhi agli organizzatori? Il 68% dei visitatori è estero. La classifica dei Paesi più presenti? In testa la Cina (e te pareva), poi Germania, Spagna, Polonia (che sale a bomba), Brasile, Russia, Francia, USA, India e Svizzera. E occhio che le nuove rotte del business vanno dritte dritte verso l’Asia Centrale e i Paesi del Golfo. Capito dove puntare il prossimo showroom?
Le zone più gettonate
Brera e Statale hanno fatto faville: 250mila ingressi per la mostra Cre-action di Interni (10mila in più del 2024), 50mila all’Orto Botanico, 150mila all’Audi House of Progress. E se ti stai chiedendo quanti selfie davanti alle installazioni: tantissimi, ovvio.
Nel Durini Design District, gli showroom più cool hanno sfiorato i 4.500 visitatori al giorno. A Porta Venezia 80mila persone, con Mission Aldebaran di Marc Antoine Barrois che si porta a casa il premio Fuorisalone Award per il secondo anno consecutivo. In Sarpi si resta stabili a 120mila, mentre nel distretto Isola si sale a 100mila, con più stranieri rispetto al solito. Buon segno.
Alcova, a Varedo, registra un calo: 70mila ingressi, 20mila in meno rispetto all’anno scorso. Ma, dicono, “esperienza più fluida e ordinata”. Quindi, meno coda, meno sbattimento. Anche Tortona non vola: 87mila al Superstudio, 50mila per la Design Week. Palazzo Litta chiude a 52mila visitatori per Moscapartners Variations.
Appuntamento al 2026, ma stavolta con un po’ più di ordine
Insomma, il Salone 2025 ha tenuto botta, anche se con qualche scricchiolio. I numeri non mentono, ma il sentimento comune è che sia ora di rimettere mano alla "kermesse diffusa". Meno caos, più focus sulle aziende e sugli eventi che meritano davvero. Milano è ancora la regina del design, ma per restare sul trono serve organizzazione. Perché l’estetica, da queste parti, parte sempre da un buon Excel.
Cover: Fuorisalone.it
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