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Non solo moda: cosa ci ha lasciato Giorgio Armani in eredità

Dagli hotel ai ristoranti, fino ad arrivare al settore beauty e allo sport: Giorgio Armani non è stato solo il re della moda, ma molto di più.
8 Settembre 2025

Scrivere di Giorgio Armani oggi è complicato. Tutti stanno ricordando i suoi inizi, i look iconici, il legame con Hollywood, ma il punto è questo: l’eleganza e lo stile di Armani vanno oltre gli abiti. Sembra assurdo detto proprio da me che avrei venduto gli organi buoni per permettermi una sua creazione, ma quello che ha saputo costruire Armani è molto di più di pagine leggendarie di moda.

Un esempio? Pochi giorni prima della sua scomparsa Re Giorgio ha comprato la Capannina di Forte dei Marmi, lo storico locale di Achille Franceschi in Versilia. Un investimento di cuore (lì ha conosciuto il suo compagno di vita Sergio Galeotti), ma anche di visione chiara e ampliamento del suo business fatto di alberghi, residenze e café con il suo marchio. Perché infatti confinare lo stile di Armani solo nell’armadio?

Gli hotel e le residenze in particolare hanno le loro radici in Armani/Casa lanciato nel 2000. La casa deve rispecchiare chi la vive e Armani sa come rendere elegante non solo una donna, ma qualsiasi cosa. E quando diciamo qualsiasi lo intendiamo proprio. Appena 4 anni dopo l’apertura dello showroom di Milano (a cui sono seguiti Parigi, New York e Los Angeles) il Re ha pensato che vendere solo prodotti nei negozi fosse troppo poco. Ha preso così vita l’Armani/Casa Interior Design Studio, che offre servizi di interior design (ma va?) per appartamenti privati, ville, yacht e jet fino ad arrivare ad interi complessi residenziali. E infatti parleremo di questi tra poco, perché prima ci sono gli hotel.

Armani e gli hotel

Ancora prima di Chef Barbieri e 4 hotel in cui abbiamo scoperto tutte le regole dell’hotellerie di lusso, Armani anticipa i tempi con un accordo a tanti zeri siglato con il colosso immobiliare di Dubai Emaar Properties per sviluppare una catena di hotel con l’aquilotto. Un progettone che in 10 anni avrebbe dovuto costruire sette hotel e tre resort. Le crisi finanziarie però non guardano in faccia a nessuno e dopo un biennio pesante (2008-2009) rimangono solo i progetti principali: l’Armani Hotel Dubai, inaugurato nel 2010 all’interno del Burj Khalifa e l’Armani Hotel Milano, aperto l’anno seguente in via Manzoni.

E proprio a Dubai, sempre all’interno del Burj Khalifa nasce anche l’Armani Residences, per chi non vuole proprio un hotel ma sentirsi più a casa. Di extra lusso ovviamente. Segue poi il grattacielo da 60 piani a Miami progettato da Pelli, il Residences by Armani/Casa a Sunny Isles Beach.

Ma non finisce qui. Fra i progetti più recenti, le 15 residenze Armani Residences Diriyah, le prime residenze firmate Armani in Arabia Saudita. Ed è sempre qui che sorgerà il terzo Armani Hotel gestito anche in questo caso da Emaar Hospitality Group.

L’Armani Hotel di Dubai

Armani e i ristoranti

Re Giorgio ha pensato anche al nostro appetito, non solo di moda o immobiliare, ma vero e proprio. Ancora nel lontano 1998 inaugura il suo primo ristorante a tema, l’Emporio Armani Caffè di Parigi. Tutti sanno che a fare shopping si bruciano calorie e infatti l’idea di unire punti di ristorazione accanto ai negozi prende subito piede. Armani apre oltre 20 locali fra ristoranti, caffetterie e bar sparsi in quattro continenti. I più iconici? Quello di Tokyo nel quartiere di Ginza, a New York sulla Quinta strada e nella nostra immancabile via Manzoni. E qualcuno mi tenga lontana dal reparto cioccolatini e praline.

Menzione speciale la partnership con Nobu, una collaborazione tra eccellenze: Armani da una parte e e lo chef giapponese Nobuyuki “Nobu” Matsuhisa dall’altra con l’apertura del ristorante Nobu Milano all’interno dello spazio di via Manzoni 31. Un’esperienza davvero mistica. Quasi paragonabile solo al reparto Armani Beauty perché la bellezza a volte ha bisogno di un tocco in più per risplendere al suo massimo e chi ha provato il luminous silk foundation di Armani sa di cosa parlo.

Armani/Caffè a Tokyo e Armani/Caffè a Mumbai

Armani e il beauty

Armani Beauty, infatti, è un altro capitolo di successo a parte, in cui Re Giorgio è riuscito a portare sul mercato prodotti sempre raffinati e innovativi. Circa 25 anni fa, Armani ha affidato al Gruppo L’Oréal la rivoluzione del suo comparto con al centro trucco, profumi e skin care. Una strategia di bellezza classica, ma capace di catturare e far sentire uniche. Come anche le sue fragranze impossibili da non riconoscere. E per me la scelta di Cate Blanchett come sua musa è un enorme Sì.

Infine, lo sport. Sul rapporto di Armani e la squadra di Basket dell’Olimpia Milano si è detto tanto. Ma forse non ancora tutto. Quando nel 2000 l’Olimpia viene rilevata dal gruppo EA7 Emporio Armani è davvero alla canna del gas per dirla in maniera tecnica. Armani, oltre a sponsorizzare la squadra garantisce risorse dirette. Un’operazione da circa 10 milioni annui sostenuti in larga parte proprio da Armani. E con lui non arriva solo la salvezza, ma la rinascita con la vittoria di ben 7 scudetti. Armani è riuscito a far risplendere le scarpette rosse e rendere orgogliosa una città. Ecco perché dire che Armani è il Re della moda è riduttivo. Armani è il Re dello stile in tutte le sue forme. E si per me è. Il tempo passato lo inizierò a usare con calma, quando me la sento.

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