Londra, Anni 90. L’allora donzelletta che veniva dalla campagna scopriva gli appartamenti nel basement e rimava sconvolta: cioè, veramente qualcuno poteva arredare una cantina come un appartamento?!
Milano, Anni 2010. Altro secolo, altro mondo, altri budget… Eppure, non mi sono allontanata molto dal basement, visto che il massimo che mi sono potuta permettere con la famiglia è un piano terra dal quale non mi schiodo.
Unica consolazione: pare sia diventato molto di tendenza adesso che siamo negli Anni 2020. Il motivo vero, ci scommettiamo, è che i soldi per arrivare all’attico scarseggiano per tutti… ma adesso ci siamo fatti furbi e si dice che è meglio il piano terra perché non ci sono scale da fare. Giuro! Non me lo sono inventato, lo trovate fra i dati dell’Osservatorio Traslochi di ProntoPro secondo cui il sogno proibito di chi cerca casa adesso non è più l’attico, bensì il piano terra. Cioè, per una volta nella vita sono di tendenza… e da un pezzo!
I piani che piacciono di più
Insomma, altro che vista Duomo, Tre Torri e Porta Nuova… Bye bye terrazza panoramica e aperitivi al tramonto: nel 2025 il vero status symbol immobiliare è abitare letteralmente di fronte alla fermata dell’autobus. È la scelta del 36% degli italiani che traslocano, a caccia di “comodità per gli anziani”, “risparmio”, “meno dipendenza dall’ascensore”. L’attico sarà pure bello, non dico di no, ma tra bollette, rincari e ginocchia scricchiolanti, meglio stare con i piedi per terra. In tutti i sensi.
Il resto dei piani? In caduta libera, ovviamente. Il primo piano regge ancora il colpo (sarà la nostalgia del “vorrei ma non posso”), ma dal secondo in su si fa ma non si racconta: il terzo piano, ad esempio, scende al 10% delle preferenze. D’altra parte, chi ha tempo per apprezzare la luce naturale e la vista, quando puoi avere la raccolta differenziata del condominio di fronte alla camera da letto e la rastrelliera con le bici arrugginite di fronte al salotto?
Non abbiamo sbatti
Ma non è che soprattutto ci ha presi la pigrizia?! Perché sapete, nello stesso studio salta fuori che gli italiani non si spostano più volentieri e i traslochi “esotici” — oltre i 300 km — sono in netto calo. Vuoi mettere l’adrenalina di cambiare vita con il brivido di restare nello stesso quartiere? Del resto, si può cambiare casa, ma guai a perdere la panetteria preferita o la scuola dove il bambino ha già collezionato cinque medaglie di “partecipazione”. Il top del coraggio, oggi, è un trasferimento di meno di 50 chilometri. Magari verso la periferia, dove la natura incontra la tangenziale e l’erba alta almeno ti nasconde i vicini.
A livello regionale, è il Lazio a guidare la classifica degli “eroi del trasloco”, con un +26% di richieste. Segue la Lombardia, dove evidentemente, nonostante il traffico e i prezzi da capogiro, c’è ancora chi si ostina a credere che esistano case abbordabili.
Ah, se ve lo state chiedendo, il pacchetto trasloco non è proprio a costo zero: in media 694€, ma si può arrivare a quasi 950€. Volete risparmiare? Siate zen e minimalisti: portatevi giusto il cuscino, un cambio e una pianta grassa e potreste scendere a 430€. Dopo il trasloco vero e proprio, comincia quella serie di amene attività tipo imbiancature, sgomberi, pulizie… Entro due settimane, il 15% imbianca (sopravvissuti), l’11% sgombera (accumulatori pentiti), e l’8% pulisce… Scusate, ma quindi il 92% comincia a vivere nella rumenta?! Ah, no, aspetta di montare condizionatori, piatto doccia, mobili IKEA… niente fa casa nuova come una brugola scomparsa nel nulla e un’istruzione in svedese!