Ancora una volta i media internazionali parlano di Milano, e soprattutto ne parlano bene. Una recensione del Financial Times, quotidiano economico-finanziario britannico, ha portato l’attenzione internazionale su un ristorante che da anni lavora sulla tradizione lombarda in chiave contemporanea, diventando uno dei nomi più citati quando si parla di “dove mangiare a Milano”.
Provate a indovinare qual è…
Qual è il ristorante citato dal Financial Times
Il locale in questione è il Ratanà, guidato dallo chef Cesare Battisti. Si trova accanto al Bosco Verticale, in un edificio con un passato particolare: prima cinema, poi rimesa tranviaria, oggi ristorante riconosciuto per la sua interpretazione moderna dei piatti lombardi.
La filosofia di Battisti è chiara: ingredienti selezionati, tecniche leggere, rispetto dei sapori e un dialogo costante con la tradizione. Una cucina che resta radicata nella storia del territorio, ma con un linguaggio attuale.
La recensione del Financial Times porta la firma del critico Jay Rayner, che ha visitato il ristorante durante un breve soggiorno milanese.
“Durante le mie ricerche in previsione di un breve viaggio, era questo il ristorante milanese che tutti sembravano raccomandare, e con tutti, ovviamente, intendo Stanley Tucci e Nigella Lawson”.
Nel suo racconto il critico passa in rassegna alcuni dei piatti simbolo del locale, mettendo in evidenza sia la parte più tradizionale sia le rivisitazioni contemporanee. Il risotto alla milanese risulta uno degli elementi più apprezzati.
Rayner dedica spazio anche all’atmosfera del posto:
“Trovandomi qui con questi camerieri italiani anziani e brizzolati, che servono con entusiasmo agli affollati tavoli in legno scuro, in una sala con pavimenti in rovere e pareti bianche, circondato da tanti italiani che prendono il loro pranzo molto seriamente, mi rendo conto che la location conta”.
Perché il Ratanà è finito sotto i riflettori internazionali
L’interesse verso il ristorante non nasce da zero. Qualche mese fa, l’attore Stanley Tucci lo aveva definito: “Uno dei miei ristoranti preferiti al mondo”.
Una dichiarazione che aveva subito fatto il giro dei social, attirando l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori. Da lì, il passaparola e la curiosità hanno contribuito a riportare il Ratanà al centro della scena, fino ad arrivare alla recensione del Financial Times.
Nella parte finale della sua analisi, Rayner riconosce il ruolo del Ratanà nella ristorazione milanese, ma ricorda anche che la città offre molte altre realtà interessanti:
“Non è difficile capire perché il Ratanà sia diventato così popolare, ma ci sono altre perle da scoprire in questa città. Per il mio ultimo pranzo, mi sono aggiudicato un posto al bancone di ‘Ciciarà’, un piccolo locale rustico che si distingue tra tutte le altre trattorie che si ammassano intorno al Duomo“.
Siete d’accordo?









