In un mondo del lavoro dove ormai ti valutano pure quanti secondi impieghi a rispondere su Teams, arrivano dati poco rassicuranti (ma zero sorprendenti): 8 persone su 10 sarebbero pronte a lasciare il lavoro a causa di capi… diciamo così, non proprio dei cuori di panna.
Parliamo di leadership poco empatica, cioè quella cosa per cui il tuo manager ti chiede “come va?” mentre già ti ha messo tre task nuovi in agenda. Lo rivela uno studio di GoodHire su oltre 3.000 lavoratori americani: il problema non sono solo le scadenze o gli obiettivi, ma la totale mancanza di relazione. Meno incontri faccia a faccia (63%), comunicazioni digitali infinite (62%), micromanagement a livelli tossici e richieste fuori orario come se fosse tutto normalissimo.
Il risultato? La gente molla. O, quantomeno, ci sta pensando seriamente.
Il capo moderno? Uno che ascolta
Secondo l’indagine, i lavoratori chiedono cose basilari: onestà, autenticità, chiarezza.
Peccato che, numeri alla mano:
- solo il 32% ritiene che il capo si interessi davvero alla sua crescita professionale
- solo il 39% percepisce trasparenza sulle possibilità di avanzamento
- e appena il 44% dice che le conversazioni su stipendi e retribuzioni sono chiare e aperte
Proprio per capire come si sta trasformando il modo di guidare un team, Zeta Service — azienda italiana leader nei servizi HR e payroll — sta portando avanti un lavoro gigantesco tramite il suo HR Executive Club, un network che unisce chi in Italia si occupa di Risorse Umane al livello più alto.
Il concetto è semplice: le aziende cambiano solo se cambiano le persone che le guidano. E per farlo servono spazi di confronto, scambio di esperienze e assunzione condivisa di responsabilità.
Debora Moretti, Co-CEO di Zeta Service, la mette giù chiara:
“La leadership non si misura più solo dalle decisioni che si prendono, ma dalla qualità delle connessioni che si riescono a generare”.
Il potere della vulnerabilità
Durante il World Business Forum (WOBI), il club ha ospitato nientemeno che Brené Brown, ricercatrice e autrice diventata famosa con il TED Talk The Power of Vulnerability. È quella che ti dice, con estrema tranquillità, che essere vulnerabili non è debolezza: è leadership.
E infatti ha ribadito un concetto fondamentale:
“Il potere non è una risorsa finita. Quando lo condividi, cresce.”
Capito manager? Non vi si prosciuga il livello vita se date spazio al team. Anzi, migliorano le cose.
Ed è qui che HR torna ad avere un ruolo centrale: le persone lavorano meglio se vengono trattate… da persone. Un concetto semplice ma, a quanto pare, ancora lontano da tanti uffici.









