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Se incontriamo Batman in metropolitana diventiamo subito più altruisti: oh, lo dice la Cattolica

Un esperimento sui vagoni dei diversi percorsi ha mostrato che le persone sono più gentili quando incontrano il supereroe
4 Dicembre 2025

Se non fosse vero davvero, sarebbe una scena perfetta per una parodia di Batman. Immaginate: vagone della metropolitana milanese, ora di punta. Luci al neon, volti stanchi, earpod nelle orecchie, scroll selvaggio sullo smartphone, qualcuno sonnecchia. Poi, alla fermata, sale Batman. E no, non sta inseguendo un cattivo: vuole solo testare la gentilezza dei milanesi.

È il cuore dell’esperimento recentemente pubblicato su npj Mental Health Research da un team della Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: su 138 corse in metro, nei casi in cui nello stesso vagone era presente una donna “in gravidanza” (o che appariva tale), i passeggeri erano molto più propensi a cedere il posto se, nello stesso momento, compariva un “Batman urbano”. La differenza è schiacciante: circa il 67,21% dei viaggiatori ha offerto il proprio sedile in presenza di Batman, contro il 37,66% in assenza del supereroe. Peraltro, il 44% di chi si è alzato ha dichiarato di non aver nemmeno notato il Cavaliere Oscuro.

Perché sembra funzionare

I ricercatori interpretano i risultati attraverso una lente psicologica raffinata: la spinta alla buona azione non arriva tanto dalla paura inconscia di passare per “cattivi”, quanto dalla sorpresa e dall’imprevisto, che rompono la monotonia e risvegliano l’attenzione dei passeggeri. In un contesto come quello della metro, dove molti sono in modalità “ca++i miei”, questa interruzione può rendere improvvisamente più consapevoli di ciò che succede intorno: così, vedere una donna in attesa potrebbe tornare, in un istante, al centro dell’attenzione. L’idea è che la novità (Batman) favorisca la “mindfulness situazionale” e quindi la pro-socialità.

In più: non è la prima volta che la fantasia “eroica” viene usata come stimolo. Già in esperimenti precedenti — però in laboratorio — basta esporre qualcuno a immagini di supereroi per aumentare le sue intenzioni di aiutare o collaborare. Insomma, anche senza Batmobile, Robin e Joker, basta un mantello e un paio di orecchie da pipistrello per scrollare gli animi e non solo gli schermi e far tornare un po’ di gentilezza consapevole.

Se bastasse…

Naturalmente, l’effetto Batman non è una bacchetta magica. Il fatto che quasi la metà di chi si è alzato dichiari di non avere nemmeno visto il supereroe apre interrogativi: l’aiuto è stato spontaneo, un afflato di empatia genuina, oppure generato da un certo “risveglio collettivo sensoriale” (leggi: maggiore rumoreggiare in qualche altra parte del vagone)?

Secondo alcuni scienziati l’effetto potrebbe dipendere semplicemente dalla rottura della routine, non da un legame intrinseco con le idee di eroismo o moralità. Se subentrano sorpresa e attenzione, probabilmente la stessa dinamica si avrebbe anche con un clown, un mimo o un artista di strada. Inoltre, la gentilezza provocata dura un attimo: se a cambiare è solo il meccanismo di attenzione, non è detto che il comportamento persista.

Ma altrove?

Al momento non ci sono studi pubblicati sulla replica dell’esperimento in altre città, paesi o contesti culturali, quindi, non sappiamo se sarebbe uguale su una metro di New York, Tokyo o Madrid. L’effetto di Batman potrebbe paradossalmente essere un prodotto molto “locale”: una coincidenza milanese che funziona grazie a specifiche norme culturali, densità urbana, abitudini di trasporto. Un cosiddetto “field study”, uno studio sul campo senza replicazioni note.

Ci sono invece parecchie ricerche di laboratorio che confermano un principio affine: stimolare visivamente la mente con simboli di eroismo sembra aumentare la disponibilità all’aiuto, la cooperazione, la generosità. Insomma: se non avete in programma un Carnevale urbano su metro o tram, forse un poster di supereroe, o un’installazione inaspettata, potrebbero avere lo stesso effetto.

Che sia merito di un simbolo potente come Batman o solo della sorpresa che spiazza e riattiva la solidarietà, resta un fatto: ogni tanto staccare gli occhi dal cellulare può essere utile a tornare più umani.

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