Si scava ancora vicino ai Giardini Montanelli, perché lì si troverebbero i resti di una chiesa antichissima di Milano. È la basilica scomparsa di San Dionigi, l’unica ancora sconosciuta delle quattro fatte erigere da Sant’Ambrogio (le altre tre sono San Nazaro, Sant’Ambrogio e San Simpliciano). Le strutture formavano anticamente una croce, o un quadrilatero secondo altre fonti.
Beh, ora la Soprintendenza alle Belle Arti della Città Metropolitana sta mettendo in atto un piano mica male, visto che vuole far rinascere, perlomeno virtualmente, la basilica scomparsa di San Dionigi: è in progetto infatti la realizzazione di piattaforme digitali di «realtà aumentata» che consentano, insieme a segnaletica e pannelli, di poter visionare quella che è stata una delle chiese storiche della città.
Ad oggi, la più antica immagine della Basilica di San Dionigi che abbiamo si ritrova sulla croce di Ariberto, in un dettaglio: il vescovo è ritratto nell’atto di donare a Cristo la chiesa che ha restaurato durante il suo ministero e dove sarà sepolto nel 1045. La croce, insieme al sarcofago di pietra con le spoglie, fu portata in Duomo ed è esposta ancora oggi nel Museo. Inoltre è rimasta la vasca in porfido, che in Duomo oggi svolge le funzioni di fonte battesimale e che si pensa ospitasse le reliquie dello stesso San Dionigi. Insomma, c’è rimasta poca ma importantissima roba. La demolizione definitiva della struttura avvenne durante il governo asburgico a fine Settecento.
«Ci interessano la chiesa paleocristiana, quella romanica rinnovata da Ariberto e raffigurata nel famoso crocifisso in Duomo, poi quella cinquecentesca – ha spiegato al Corriere la dottoressa Antonella Ranaldi, Sopraintendente alle Belle Arti –. Prima ancora per questo luogo passò san Barnaba che iniziò l’evangelizzazione di Milano. Milano è una città moderna ed europea. Guardare al passato ne rafforza l’identità».
E se quindi la chiesa sparisce, con la tecnologia e qualche scavo, a Milano la ritiriamo fuori. Non ci scappa nulla qui.
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