A guardare la quantità di droga e farmaci scaricati nei fiumi milanesi c’è da farsi 4 domande: ogni anno la popolazione meneghina, numeri alla mano, riversa nei corsi d’acqua metropolitani ben 2,5 tonnellate di farmaci, 1,6 quintali di droghe e quasi mezza tonnellata di prodotti chimici per la cura della persona.
Roba che a farsi un bagno nel Seveso si esce più conciati di uno sbanda al Parco delle Basiliche.
I dati sono stati diffusi grazie a uno studio condotto dall’Istituo Mario Negri finanziato dalla Fondazione Cariplo: i rilevamenti, durati 5 anni, hanno riguardato farmaci, droghe, disinfettanti, prodotti chimici per la cura della persona, sostanze perfluorurate e plastificanti, oltre a caffeina e nicotina, nel sistema acquifero della grande Milano, ovvero le acque dei fiumi che percorrono l’area milanese (Olona, Seveso e Lambro), le acque fognarie prodotte dalla città di Milano e quelle delle falde da cui si estraggono le acque potabili.
Non va meglio neppure se si guardano i numeri giornalieri: Milano scarica everyday 6,5 kg di farmaci e 400g di droghe. Sticazzi.
Secondo Ettore Zuccato, capo laboratorio di Tossicologia Alimentare, «la contaminazione dei fiumi impatta sull’ambiente ma anche sull’uomo, dato che l’inquinamento dei fiumi è correlato a quello delle falde acquifere. Fortunatamente al momento il trasporto di inquinanti sembra riguardare più la falda superficiale e meno la profonda, da cui si ottiene l’acqua per il consumo umano e quindi ad oggi la qualità dell’acqua può definirsi buona»
Quindi insomma, continuate pure a bere l’acqua del lavandino, per il momento vi farà lo stesso effetto della minerale in bottigilia – cioè nessuno -, ma in futuro potrebbe riservare qualche (brutta, eccitante) sorpresa.
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