Nella giornata di ieri sono state finalmente pubblicate le graduatorie del QS World University Rankings by Subject 2019, la classifica che ogni anno certifica quali atenei nel mondo si sono distinti in base alle varie discipline. L’Italia, come sempre divinamente rappresentata anche da Milano, è tornata a essere protagonista, riducendo ulteriormente le distanze con alcuni mostri sacri dell’educazione accademica mondiale.
Un’analisi vastissima che coinvolge i dati provenienti da oltre 1200 università di oltre 78 paesi e i rispettivi voti assegnati da oltre 83mila accademici e 42mila datori di lavoro. Un vero esercito.
Il Bel Paese è presente in ben 44 delle 48 discipline e per numero di Università classificatisi nel ranking (ben 41) si posiziona al quarto posto, subito dopo Regno Unito, Germania e Francia.
In città, a spiccare, è il Politecnico di Milano, sedicesimo al mondo nella categoria Engineering and Technology, migliorando di una posizione il piazzamento dello scorso anno. L’ateneo rimane inoltre stabile nella top 20 mondiale, undicesimo per la facoltà di Architettura, sesto per Design e settimo per Ingegneria Civile, migliorandosi di ben due posizioni. Mica male.
Benissimo anche la Bocconi, ottava per Business & Management (due posizioni più su del 2018), si conferma 16esima per Economia e, inoltre, balza al diciottesimo gradino per Finanza e Contabilità. Incredibile se si pensa che solo un anno fa si era classificata 29esima.
Ah, una menzione speciale anche per i cugini romani, primi per scienze dell’antichità con la Sapienza.
Ve lo ricordate il video di quel pirla che si era filmato in macchina dopo aver vinto alle macchinette? Ecco:
«Sto tornando merde, 130 si vola», firmato: l’Istruzione Italiana.
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