Ognuno ha i suoi problemini. La parte comune a tutti è (generalmente) il tentativo di mitigarli e, in alcuni casi, nasconderli agli occhi altrui. Poi c’è chi non si fa problemi a manifestarli pubblicamente, ed è ciò che ha fatto un imputato napoletano durante un processo abbreviato per truffa.
A Milano un giudice si è sentito chiedere di rinviare la data dell’udienza a causa della… scaramanzia dell’uomo! Le esatte parole? «No dottore, il 17 no, porta sfortuna, non si può cambiare?»
Il Gup, a fine udienza, aveva proposto alle parti di fissare la successiva per il 17 ottobre. A quel punto l’imputato, accusato di aver contraffatto una banconota da 50 euro per fare un acquisto, si è alzato esclamando un assurdo quanto fuoriluogo: «Il 17 no, dottore, porta sfiga!»
Il giudice ha ribattuto «guardi, però, che non è mica di venerdì» e di nuovo, ecco tornare l’imputato alla carica con la frase «fosse stato di venerdì non sarei nemmeno uscito di casa».
E niente, il giudice ha fissato una nuova data il 24 ottobre. Sperando che quel giorno non gli attraversi la strada un gatto nero…
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