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Il futuro chiama ma molti di noi sembrano aver impostato la modalità silenzioso. I milanesi, così pronti a elevare la città al pari delle grandi metropoli – con tanto di fronte alta e petto in fuori – si scoprono dei gran brontoloni conservatori.

Progresso e innovazione piacciono, ma meglio se nel giardino degli altri, come si suol dire. Insomma, su carta è tutto bello, tutto possibile. Guai però a realizzarlo concretamente sotto casa dell’uno o dell’altro, perché piovono subito i no. Da San Siro alla vasca anti-piene del Seveso, dalla costruzione dell’Archistar, alla nuova linea della metropolitana, nessun progetto la passa liscia. Se prima i no erano tutti indirizzati verso il degrado, ora si dice no anche alle opere di – presunto – miglioramento.

Milano del presente vs Milano del futuro, chi vincerà?

1_ La Piramidina di piazzale Baiamonti

In piazzale Baiamonti sono state raccolte tra i residenti 1200 firme, manifesto della contrarietà di molti alla realizzazione di una Piramide bis, su modello della sede della Feltrinelli-Microsoft firmata Herzog-de Meuron. Al suo posto? Meglio lasciare intatto il verde attrezzato e i giochi per bambini.

2_ Via Benedetto Marcello, piazza Sant’Agostino e via Sarfatti

Nel primo caso, quello dell’area di mercato in via Benedetto Marcello, i residenti dicono no all’asfalto per le bancarelle, preferendo il parterre pedonale così com’è.

Il restyling di piazza Sant’Ambrogio invece, farebbe fuori alcuni posti auto, di vitale importanza per i residenti. Stessa situazione in via Sarfatti dove, a novembre, verrà inaugurato una parte del nuovo campus della Bocconi. Nelle scorse settimane sono apparsi striscioni contrari al progetto di rendere l’area pedonale, sempre per questione di parcheggi.

L’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, in occasione di un recente incontro con i residenti di via B. Marcello, ha fatto presente che «Nessuno ha la verità in tasca ed è doveroso lo sforzo di ascolto anche perché un progetto può essere migliorato persino in corso d’opera. Però bisogna anche essere chiari: il mercato non si sposterà da lì».

3_ Gli alberi in via Filarete e Corso Buenos Aires

Questione verde pubblico. Da anni si protesta contro Ferrovie Nord che per motivi di sicurezza vorrebbe abbattere 24 piante situate lungo i binari.

Al contrario, i negozianti di Corso Buenos Aires sono tutti terrorizzati preventivamente all’idea di vedersi piantare degli alberelli davanti alle proprio vetrine. Questo perché potrebbero oscurarne la vista.

4_ Stadio di San Siro e Città Studi

Demolizione del vecchio e costruzione del nuovo: what else? È bastato questo a far insorgere i residenti che dicono no all’abbattimento del Meazza – con tutto l’inquinamento che provocherebbe – e no alla costruzione di centri commerciali.

In quel di Città Studi, il problema è l’opposto: la proposta di traslocare le facoltà scientifiche, dell’Istituto dei tumori e del Besta svuoterebbe il quartiere.

5_ I cantieri della futura M4

I cantieri della futura M4 sono un incubo per commercianti e residenti, soprattutto nei punti in cui l’area occupata dai lavori rende critico il quieto vivere.

Alessandro Belgiojoso – del comitato San Vittore-Carducci-Sant’Ambrogio – fa sapere che: «Noi non ci battiamo contro il progetto in sé, ma contro i soprusi e gli strafalcioni tecnici che hanno portato tra la varie cose allo stop dei cantieri per un anno».

6_ L’ex caserma di Baggio

A Baggio invece, in piazza d’Armi, ci si oppone alla realizzazione di residenze e spazi sportivi in quella che è l’area occupata dell’ex caserma. Fortunatamente per i no, il ministro Alberto Bonisoli ha bloccato il tutto con un vincolo paesaggistico, non se ne farà nulla.

7_ Il Seveso e la vasca di laminazione

Anche in zona Seveso non si naviga in acque tranquille, in tutti i sensi. C’è chi dice no alla vasca di laminazione al Parco Nord che consentirebbe di arginare le esondazioni. È stata comunque pubblicata la gara europea per assegnare i lavori e il Tribunale superiore delle acque dovrà pronunciarsi sul ricorso firmato dai residenti.

8_ Via Turchino e Ponte Lambro

In via del Turchino e Ponte Lambro, Renzo Piano si è immaginato un nuovo centro servizi e attività. E Indovinate un po’? La risposta è no.

Ogni fazione ha le sue buone ragioni, vedremo quale fronte trionferà sull’altro.

Credit immagine copertina

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