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Elena Buscemi regina dei matrimoni in Comune, tra fedi perse e spose in fuga

Ne ha viste davvero di tutti i colori. Del resto parliamo di sette anni di celebrazioni e 1200 matrimoni, tra cui 200 unioni civili. Questa queen dei promessi sposi si chiama Elena Buscemi ed è consigliera comunale del Pd. Probabile che detenga il record italiano di officiazioni, anche perché lei non lo fa per il […]

Ne ha viste davvero di tutti i colori. Del resto parliamo di sette anni di celebrazioni e 1200 matrimoni, tra cui 200 unioni civili. Questa queen dei promessi sposi si chiama Elena Buscemi ed è consigliera comunale del Pd. Probabile che detenga il record italiano di officiazioni, anche perché lei non lo fa per il cash (da qualche anno non c’è più il gettone per l’ufficiale di stato civile che celebra le nozze) ma proprio per passione. “Sono una delle poche politiche che si offre sempre disponibile”, ha raccontato al Corriere. “Al sabato, prima del Covid, ne celebravo anche nove al giorno. Ora i numeri sono chiaramente inferiori”. Meno sì lo voglio in pandemia, ma più sentiti. “Sono i matrimoni più desiderati, quelli di chi proprio non vuole rinunciare nonostante le restrizioni. E quando si collegano coi parenti in streaming è ancora più commovente”.

A Elena piacciono confetti, abiti bianchi, mamme in lacrime, bouquet profumati, insomma le solite cose che si vedono il giorno del sì. Una che di matrimoni ne ha officiati 1200 non ha visto solo le solite cose, ma anche una lunga serie di gaffe e trashate che meritano di essere raccontate. Tipo, avete presente Se scappi ti sposo?, ecco, più o meno. “Fase precedente alla celebrazione – ci ha raccontato Elena Buscemi – Gli sposi devono scegliere se fare la comunione o la separazione dei beni. I due litigano di brutto e la sposa se ne va, lasciando lì sposo, parenti e amici senza parole. Poi però l’amore trionfa e pure la comunione dei beni. Alla fine della mattinata siamo riusciti a celebrare il matrimonio”. 

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Gli aneddoti sulle fedi si sprecano. Tipo la giargianata delle fedi tatuate. Oppure un classicone, gli anelli persi. “Alcuni sposi scelgono di farseli portare dai bambini – ha raccontato la consigliera – solo che non sempre questi camminano ancora bene, così una volta un bambino si è cappottato facendo cadere gli anelli: una fede l’abbiamo trovata, l’altra l’abbiamo cercata ovunque. Immaginate la scena di 50 persone che durante la cerimonia si mettono a cercare l’anello mentre gli sposi sclerano. Quella fede non l’abbiamo mai trovata, sarà finita in qualche aspirapolvere del Comune”. Ma pensa te.

Aneddoti a parte, Elena Buscemi è fiera testimone di quanto Milano sia una città avanti rispetto alle colleghe italiane. “Aggiungo che Milano è la capitale delle unioni civili: se ne celebrano più qui che nelle altre maggiori città messe insieme, segno secondo me di una realtà attenta ai diritti, dove le persone sentono di poter iniziare dei nuovi percorsi di vita”. Imbruttiti sì, ma (anche) arcobaleno.

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