Cari Imbruttiti, per noi ogni promessa è debito. Qualche tempo fa vi abbiamo raccontato la storia della Ca'Granda anticipando che avremmo parlato della Festa del Perdono.
Per molti il ricordo è legato soprattutto all'omonima via. Chi è stato studente dell'UniMi lì ci ha passato forse gli anni migliori, tra ansie e preoccupazioni per gli esami, broccolaggi e, infine, l'agognata laurea. In realtà oltre all'Università c'è molto di più da sapere...
Senza aprire né libri né Wikipedia, è veramente easy intuire l'origine del nome. Chi da nano andava all'oratorio per giocare a pallone e si trovava poi immischiato nei pipponi del catechismo, forse ricorderà che il perdono è uno dei valori fondamentali predicati dalla religione cristiana. Quindi è normale che la Chiesa cattolica abbia deciso di dedicare una ricorrenza per festeggiarlo. Le origini di questa festa risalgono addirittura a San Francesco d'Assisi e si ricollegano, sembra ovvio, all'indulgenza dei peccati.
Il vero milanese però è Imbruttito sin dai secoli dei secoli e non poteva accontentarsi di un perdono solo e soltanto spirituale. Bisognava dare concretezza; per conquistare il vero perdono meneghino non bastano quattro pater noster e föra di ball, ma è anche necessario tirare fuori il cash.
Perchè quindi non trasformare la festa in un grandissimo evento charity ante litteram?
Qui scatta la consultazione di Wikipedia che ci racconta come nel 1458 papa Pio II abbia confermato la costituzione dell'Ospedale Maggiore di Milano. A conferma della benevolenza verso tale istituzione da parte dei cittadini, e su richiesta di Francesco Sforza, nel dicembre 1459, con la bolla Virgini gloriosae, Pio II concesse un'indulgenza plenaria, da lucrarsi nel triennio consecutivo e, successivamente, negli anni dispari, presso la Ca' Granda dei milanesi il 25 marzo, cioè durante la festa dell'Annunciazione. Tale indulgenza fu resa perpetua nel marzo 1560 da papa Pio IV. Da allora ad anni alterni Milano celebra le sue due feste più importanti: quella del duomo e quella dell'Ospedale Maggiore.
Quindi esiste un legame indissolubile tra la Ca'Granda e la Festa del Perdono. Ecco spiegato il mistero del perché la via dell'ingresso dell'Uni si chiama proprio così.
Già, ma i milanesi non vivevano la Festa del Perdono come una fashion night qualsiasi. Le fonti ufficiali parlano di un forte coinvolgimento della popolazione: sia all’interno dei cortili ospedalieri che sulla piazza esterna veniva organizzata una vera e propria fiera di paese, con bancarelle e addobbi; i ritratti dei benefattori più illustri venivano esposti sotto i portici della Ca’ Granda per incentivare le donazioni da parte dei cittadini che accorrevano numerosi per i festeggiamenti.
Oggi, dopo più di un anno di pandemia, avremmo proprio bisogno di una festa per fare del bene al prossimo e sostenere la salute di tutti i milanesi. Invece non tira una buona Aria, zona rossa categorica e la Festa del Perdono si festeggia l'anno prossimo (ah no, direttamente nel 2023, perchè è solo negli anni dispari).
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