Qualche giorno fa vi abbiamo dato una dritta su alcuni new opening di pregio nella City, nuove tappe da provare e conoscere. Bisogna però ricordare che Milano è pienissima di locali storici, vere e proprie istituzioni nate all'epoca dei nostri nonni e bisnonni (ma pure molto prima). Ristoranti che negli anni hanno saputo innovarsi, conservando però il valore storico e la qualità di una cucina di tradizione milanese e lombarda. Baluardi gloriosi che meritano la nostra attenzione, in un periodo che per molte realtà ha rappresentato una mazzata pesantissima (vi abbiamo parlato della triste fine del Pont de Ferr, no?) Facciamo un check: noi elenchiamo 15 locali storici di Milano, aiutati da un ottimo approfondimento di Corriere, voi ci dite quanti ne conoscete e se ci avete mai mangiato. Ok? Dai.
Antica trattoria della Pesa, dal 1880
Viale Pasubio, 10. Iniziamo con uno dei ristoranti più antichi della città, situato proprio dove nell'Ottocento le merci che giungevano da fuori venivano pesate per il pagamento del dazio, per poi entrare dall'allora Porta Comasina, attuale Porta Garibaldi. Un locale ricco di storia, come dimostra l'arredamento volutamente inalterato: stufe in maiolica, graniglia come pavimento e vecchie targhe. La cucina è tipica lombarda. Tipo: risotto al salto, ossobuco con risotto alla milanese, foiolo alla milanese, costoletta, cazzoeula e tante altre cose bellissime.
Via Vittor Pisani, 6. Nel 1899 nasceva il Milan, ma non solo. Il Ristorante Giannino non ha bisogno di presentazioni. Come si legge sul sito, il locale è stato "Riconosciuto da Tripadvisor tra il 10% dei migliori ristoranti al mondo". Not bad. Nei decenni questi muri hanno visto passare attori di Hollywood, poeti, scienziati, politici e altra gente di un certo livello. Il menù è un bel mix che ripercorre le ricette best italiane rivisitate, ma anche i piatti classici della tradizione milanese. Tappa obbligatoria.
Via Rocca Brivio, San Giuliano Milanese. Nel secolo del Rinascimento in Italia e della riforma protestante in Europa, a Milano sorgeva l'osteria La Rampina. Se quei muri potessero parlare, probabilmente staremmo settimane intere h24 ad ascoltarli. Ci dobbiamo spostare a San Giuliano, nel bel mezzo della campagna, dove si erge questo gioiello bucolico caratterizzato da una proposta culinaria equilibrata tra tradizione milanese, lombarda, regionale e innovazione ricercata. Poetico.
Via Ugo Foscolo, 5. Vabbè dai, lo conosciamo tutti. Nato in pieno periodo Belle Époque, questo simbolo della City è collocato in Galleria Vittorio Emanuele II e ha visto passare il fior fiore del mondo intellettuale. Filippo Tommaso Marinetti firmò proprio qui il Manifesto del Futurismo. Il poeta Eugenio Montale ne parlava così: "La passione per la perfezione arriva sempre troppo tardi, a volte, per certe imprese non bastano cento anni, ma si manifesta sempre come passione per la poesia. In questo locale ho incontrato quella della cucina". Livello altissimo.
Ristorante a Santa Lucia, dal 1929
Via San Pietro All’Orto, 3. Parliamo forse del locale più amato e frequentato dalle celebrities, tanto che sulle pareti sono affisse oltre 400 cornici raffiguranti attori, sportivi, politici, intellettuali, artisti di vario genere. Il ristorante ha avuto il merito di aver portato la pizza e la cucina napoletana a Milano. Oggi il menu è un bel mix di tutto il meglio della tradizione italiana, si passa in scioltezza dalla stracciatella alla romana alle tagliatelle al ragù Bolognese, alle specialità napoletane. Vipperia.
Ristorante Biffi in Galleria, dal 1867
Galleria Vittorio Emanuele II. Altro monumento preziosissimo nel cuore di Milano, nato da un'idea di Paolo Biffi, confetturiere di Sua Maestà Re Vittorio Emanuele II. Pensate, fu il primo locale a dotarsi di luce elettrica nel 1882. Top del menù sono le specialità milanesi: ossobuco e cotoletta. Garanzia.
Antico ristorante Boeucc, dal 1696
Piazza Belgioioso, 2. 325 anni e non sentirli. Il Ristorante tipico milanese, nel Centro storico della città, è da sempre un punto fermo della tradizione culinaria ambrosiana (con un occhio anche ad altre eccellenze italiane) oggi meta fissa del mondo della finanza, di industriali, di manager, di personaggi illustri e delle famiglie bene della City. Varcando il portone d’ingresso si può trovare il personale schierato e pronto ad accogliere gli ospiti. Elegantissimo.
Via Francesco Algarotti, 20. Osteria storicissima in zona Isola. La grande sala col caminetto fu molto amata da Biagi, Castellaneta, dallo scultore Minguzzi, e anche dal premio Nobel Rita Levi Montalcini, pensa te. E poi ancora ci puoi trovare la sala con le rare etichette, la saletta con la collezione Liebig, le incredibili cantine. Alle pareti, proclami e notificazioni originali firmati dal generale Radetzky. Fermi tutti però: adesso il locale è chiuso per ristrutturazione in seguito a un cambio di proprietà. Da mettere in agenda però.
Trattoria Arlati, dal 1936
Via Alberto Nota, 47. Una bella storia questa: la Trattoria è di proprietà della famiglia Arlati dal 1936, quando Luigi e Modesta decisero di aprire un ristorante per gli operai della Pirelli e delle fabbriche della Bicocca. Dagli anni ’60 la gestione passò al figlio Mario, che lo trasforma in un punto d’incontro per artisti e musicisti, facendo esibire artisti del calibro dei Formula 3, degli Area, e di Lucio Battisti. Il menu è deliziosamente milanese: lumache, ossobuco e cotoletta ma soprattutto il riso al salto. Godimento.
Trattoria Masuelli San Marco, dal 1921
Viale Umbria, 80. Un posto magico, dove troneggiano la mise en place con le candide tovaglie bianche, la luce avvolgente dei lampadari Venini anni ‘30 firmati Gio’ Ponti, le sedie Thonet originali degli anni ’20. La cucina mixa Milano e Piemonte. I best seller sono la cotoletta alla milanese leggera e croccante (tassativamente con l’osso) e il premiato risotto allo zafferano. Immancabile la polenta di mais ottofile macinato a pietra, compagna indiscussa del merluzzo, del foiolo, della classica cassoeula. Speciale.
Via Santa Marta, 11. Fu il nonno di Giuseppe Villa, attuale proprietario, a trasferire, nel 1933, l’esercizio dalla vicina Via de Sanctis all’attuale sede all'11 di Via Santa Marta, dietro piazza Affari. L’atmosfera è di quelle belle, fatta di semplicità e cordialità, arricchita da piatti della tradizione lombarda ma non troppo turistici. Spazio a vitel tonnè, cotoletta, risotto e bollito misto con salsa verde. Top lo zabaione per chiudere in bellezza.
Trattoria del nuovo macello, dal 1928
Via Cesare Lombroso, 20. Qui si possono trovare ancora la vecchia radio e le brocche di ferro smaltato di una volta. Anche lo spirito con cui si lavora arriva da lontano, per preparare piatti della tradizione culinaria italiana con creatività e passione. Quindi Milano, ma non solo. Si passa dai classici come cotolette (con osso o senza), mondeghili e risotto, a trovate come la trota alpina di lago con pere affumicate ed estratto di mela verde. Interessante.
Osteria dell’Acquabella, anni ‘50
Via San Rocco, 11. Nei gloriosi anni '50 nasceva anche questa stupenda Osteria in zona Porta Romana. Acquabella era il nome di un fosso che scorreva nella zona sud est di Milano facendo il paio con la roggia Vettabia. Negli anni '50 Mario Artuso decide di rilevare la Trattoria Acquabella e di destinarlo a ristoro per operai ed impiegati delle numerose fabbriche e uffici presenti in zona. Oggi i figli di Mario continuano a mantenere viva l'atmosfera in cui sono cresciuti. Il menù è gustosamente tradizionale con nervetti, risotto, involtini di verza e cotolette in carpione. Ci piace.
Via Selvanesco, 36. Vabbè, un super classico. Una meraviglia tanto per il palato quanto per gli occhi, grazie alle sale attentamente decorate. Il menù scritto in dialetto su quaderni a quadretti, il pianoforte, il camino, i paralumi... è tutto bellissimo, caldo e accogliente. Il bel tempo è un invito a mangiare in giardino, altrettanto meritevole. La cucina è di tradizione, ovvio. Ci raccomandiamo la cotoletta alla milanese, gigantesca.
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