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Anche il Giappone sceglie la settimana lavorativa di 4 giorni: “Più tempo con la family”

Un botto di aziende nipponiche stanno scegliendo la settimana di quattro giorni lavorativi per agevolare i dipendenti che necessitano un maggior equilibrio fra vita familiare e lavorativa

Imbruttiti, voi cosa ne pensate della settimana lavorativa di 4 giorni? Paesi come l’Islanda l’hanno ormai adottata con successo, mentre in Italia resta relegata a iniziative di poche aziende. In realtà, c’è anche chi non la ritiene una gran cosa, meglio piuttosto mutare il modello lavorativo per obiettivi. Mentre noi continuiamo a rifletterci, però, c’è chi ci prova: il Giappone. Un botto di aziende nipponiche stanno infatti scegliendo la settimana di quattro giorni lavorativi per agevolare i dipendenti che necessitano un maggior equilibrio fra vita familiare e lavorativa. A raccontare il nuovo trend è la stampa giapponese, secondo cui dietro questa scelta ci sarebbe soprattutto la volontà di attrarre nuovi talenti o tenersi quelli esistenti. 

I numeri non sono clamorosi, ma segnalano un trend in ascesa. Stando ad un sondaggio condotto dal Ministero del Lavoro di Tokyo su un campione di oltre 4mila aziende giapponesi, pare che ad oggi l’8,5% di queste dia ai propri dipendenti giorni liberi a settimana. Tra queste realtà ci sono, ad esempio, la Panasonic Holdings Corp. e Microsoft, che in realtà è dal 2019 che ha deciso di dare un giorno libero in più a settimana ai propri dipendenti. Non pensate sia un gesto di pura generosità: stando ai loro dati la 4 days week è una figata per dipendenti e boss, visto che la produttività tra i lavoratori di Microsoft è aumentata del 40%. Not bad.

A incoraggiare le aziende ad adottare questo nuovo modello è stato lo stesso governo giapponese, che ha fornito pure delle linee guida. L’idea è quella di aiutare i lavoratori nella loro vita off work, tipo nell’educazione dei figli, il volontariato, la cura dei familiari anziani e via dicendo. “Sentiamo come nostra la responsabilità di garantire un equilibrio tra lavoro e vita privata per i nostri lavoratori”, ha spiegato il presidente di Panasonic Yuki Kusumi, precisando che devono ancora decidere in merito ai dettagli economici dell’iniziativa. Se, quindi, mantenere lo stesso stipendio o ridurlo. C’è da dire che gli amici giapponesi sembrano decisamente più sgamati di noi, su questo fronte. La loro intenzione, come anticipato, è quella di tenersi stretti (o accaparrarsi) i lavoratori più talentuosi.

“Le aziende vedono la settimana lavorativa di quattro giorni come una strategia per conservare il proprio personale esperto, perché ci vuole tempo per trovare nuovi dipendenti, formarli e portarli allo stesso livello”, è la conferma di Hiromi Murata, ricercatore senior presso il Recruit Works Institute, come riportato dal Japan Times. Secondo Murata, ci sono molti lavoratori capaci, tipo mamme con bambini che da noi probabilmente verrebbero bellamente snobbate, che non possono lavorare cinque giorni a week ma che sarebbe un peccato non avere nel team. “Diminuendo la settimana lavorativa a quattro giorni, le aziende avranno maggiori possibilità di assumere qualcuno con buone competenze e mantenere i propri dipendenti”, ha aggiunto il doc.

Una questione, quella della perdita di talenti, che non riguarda certo solo il Giappone. Tipo, un sondaggio condotto da Jefferies su un campione di americani tra i 22 e i 35 anni che si sono licenziati, ha evidenziato come il 32% di loro sarebbe rimasto se gli fosse stata data la possibilità di lavorare quattro giorni a settimana. Quand’è che anche noi italians inizieremo a pensarci seriamente?

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