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Parliamoci chiaro: voglia di passare dallo smart working alla solita vita in ufficio saltem ados. Eppure già da tempo molti di noi sono stati costretti, loro malgrado, ad abbandonare il lavoro da casa per riprendere il tran tran fatto di code in tangenziale, colleghi scassa balle, giornate interminabili alla scrivania. I numeri parlano chiaro: stando ai dato della Harvard Business Review, 6 americani su 10 vogliono lavorare da remoto e rifiutano categoricamente il rientro in ufficio. Secondo Employee Benefits nel Regno Unito addirittura 8 professionisti su 10 cambierebbe volentierissimo lavoro nel caso in cui venisse loro offerto di lavorare esclusivamente da casa. In Italia istess: lo smartworking a tempo pieno è la scelta ideale per il 23% dei professionisti. Del resto vi avevamo detto, no, che c'è gente che piuttosto di tornare in office ha preferito licenziarsi

Questi numeri raccontano un problema, un disagio del quale tocca tenere conto. I capi d'azienda, se non vogliono ritrovarsi le scrivanie vuote o dipendenti scontenti (e poco produttivi) hanno a loro disposizione diverse armi per provare a stimolare i lavoratori a tornare a fatturare in sede. Secondo gli esperti la risposta è la new workplace culture: si tratta dell’insieme di iniziative introdotte dai datori di lavoro per disegnare nuovi e attraenti uffici che possano risvegliare la gioia dei dipendenti. I primi spunti arrivano dalla solita Harvard Business Review: si potrebbe cominciare riducendo lo spazio sulla scrivania del 40% e ideando planimetrie team oriented, cioè utili a favorire l’interazione e la condivisione tra i dipendenti. In questo modo, secondo chi ne sa, è possibile equilibrare nel miglior modo possibile i carichi di lavoro, alternando le mansioni individuali a quelle di gruppo in lassi di tempo relativamente brevi.

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Qualcuno si sta già dando da fare. "Gli eventi globali hanno rivisitato il mondo del lavoro, allontanando sempre di più i professionisti dai singoli uffici - ha detto Gianmaria Monteleone, CEO e founder di Senso e Younitestars - Per limitare al minimo questa dinamica, abbiamo deciso di progettare i nostri uffici in modo tale da realizzare veri e propri spazi a misura di relazione. Ciò vuol dire che i professionisti hanno la possibilità di confrontarsi con i propri colleghi nella forma più immediata possibile, riducendo così le tempistiche di realizzazione dei progetti e di perfezionamento dei prodotti". Questo grazie all’undicesima Design Marathon tenutasi presso la NABA, Nuova Accademia di Belle Arti: gli studenti dell’università milanese hanno proposto dei progetti innovativi da cui prendere spunto per costruire i nuovi spazi operativi di Senso e Younitestars. 

"Nonostante la richiesta di smartworking, è possibile promuovere il back to office concentrando l’attenzione proprio sui lavoratori e adottando una workplace culture incentrata su spazi a misura di dipendente", ha confermato Meytal Cohen, interior designer e docente di NABA. "L’ufficio del domani sarà fluido e, soprattutto, equilibrato. Ciò significa che ogni workplace sarà progettato con l’idea di rendere la condivisione il pilastro fondante sia in termini di operatività sia dal punto di vista sociale e relazionale". E allora vediamo, nel concreto, quali sono i cambiamenti che i capi d'azienda possono mettere in atto nei loro office per far prendere bene i dipendenti.

1. Promuovere uffici a misura di relazione in cui i singoli collaboratori possono trovare il giusto equilibrio tra i progetti individuali e quelli di gruppo grazie al continuo confronto con i colleghi.

2. Installare finestre azionabili o diffusori sul pavimento in grado di rendere l’aria dell’ufficio sempre fresca e, soprattutto, pulita. Anche perché dopo il Covid un po' d'ansia ci è rimasta, c'è poco da fare.

3. Realizzare ambienti salutogenici interni o esterni all’azienda grazie ai quali i professionisti possono distaccarsi dall’operatività e godersi il contatto diretto con la natura. Piante, terrazze, giardini, parchetti... cose così.

4. Incrementare la sicurezza degli ambienti di lavoro con sensori tecnologici di ultima generazione, efficaci per mettere in cassaforte effetti personali e professionali. Almeno ci leviamo un altro sbatti.

5. Introdurre spazi di coworking, luoghi operativi utili, in particolar modo, per accogliere eventuali collaboratori part-time oppure partner e clienti. Nella speranza che non ci siano scassa balle, ovvio.

6. Riorganizzare gli spazi secondo l’idea dell’edificio capovolto: ogni piano aziendale deve essere strutturato con l’idea di essere flessibile e facilmente modificabile in caso di urgenze quotidiane.

7. Creare yoga room utili al benessere dei dipendenti che necessitano di ritrovare calma e serenità al termine di una giornata particolarmente faticosa. Americanata, ma figa.

8. Dare spazio alla privacy dei professionisti con aree ad hoc grazie alle quali, in stile smartworking, possono effettuare chiamate di routine o d’emergenza. Dette anche aree a cazzi propri.

9. Introdurre postazioni per il lavoro di coppia grazie alle quali due colleghi hanno la possibilità di lavorare a un progetto a quattro mani guardando il medesimo schermo.

10. Prestare attenzione al colore del proprio ufficio, considerando gli effetti psicologici e i benefici di ogni tonalità sulla creatività e sulla produttività degli operativi. Cromoterapia a manetta.

Che dite Imbruttiti, c'è qualcosa in queste dritte che vi piacerebbe trovare nel vostro, di ufficio? 

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