Chiudi video
close adblock Il Milanese Imbruttito

Disabilita l'adblock

Ué grandissimo! Ti piace leggere i nostri articoli?
Allora non fare il giargiana, disabilita l’adblock
(così fai girare l’economia, taaac)!

close adblock Il Milanese Imbruttito

Ti ho beccato Giargiana!

Disabilita l’adblock (così fai girare l’economia, taaac)!

Ok

Lifestyle
phpthumb_generated_thumbnail

A Milano ogni mattina ci svegliamo sapendo già che dovremo correre.

Verso dove è sempre un concetto relativo, ci basta sapere più o meno la zona per regolarci con i tempi. Siamo così, sempre pronti a schizzare verso Loreto, Brera, Ticinese o Cadorna.

La via precisa? Un futile dettaglio, un optional che si può anche bypassare cliccando sulle coordinate GPS. Quei numerelli racchiusi in un link identificano in modo inequivocabile la location del nostro prossimo appuntamento di lavoro, evento, aperitivo e persino ambulatorio medico dove farci vistitare. 

In realtà siamo persi in questo mood di iperefficienza e non ci rendiamo conto che le nostre esistenze lambiscono in continuazione strade dai nomi talvolta curiosi che custodiscono la storia della nostra città. Se una via, un corso, uno slargo o una piazza si chiamano in un determinato modo, non è mai per caso, c'è sempre un motivo che spesso risale alla notte dei tempi. 

Così non riflettiamo mai abbastanza transitando in tram da via Larga. Se proprio qualcuno ce lo chiedesse, diremmo che il nome deriva dal tempo che ci mettiamo ad attraversarla, visto quanto è ampia (larga) la carreggiata. In realtà commetteremmo un banale errore perchè il nome fu attribuito durante la dominazione spagnola e ai tempi quella era una delle vie più lunghe della città. In spagnolo larga significa appunto lunga (e non ampia). Dal Millecinquecento questa arteria molto frequentata dagli studenti dell'UniMI si è sempre chiamata così. 

A tal proposito, la storia di (via) Festa del Perdono, legata a una tradizione religiosa che si celebra durante gli anni dispari, ve l'abbiamo raccontata qui

Sotto la Torre Velasca giriamo quindi in via Pantano, che non è lì in memoria di un famoso filosofo, patriota o scienziato, ma semplicemente perchè in passato qui c'era un laghetto stagnante e pieno di fango. Passiamo per via Rugabella - il cui nome non deriva da un difetto estetico bensì dall'apprezzamento Rue belle pronunciato dal sovrano francese Luigi XII quando vide la strada abbellita in suo onore - per arrivare nei pressi di via Molino delle Armi. Il toponimo venne assegnato ufficialmente durante la seduta del Consiglio Comunale del 13 settembre 1865 perché esisteva un antico mulino che serviva ad arrotare le armi di cui Milano era la capitale per eccellenza in Europa. 

Proseguiamo su via De Amicis per arrivare sino a un'altra via il cui nome ci manda letteralmente fuoristrada: via Caminadella. Qui l'F205 skillato con il dialetto direbbe senza esitazione che si tratta di una via corta e quindi di una breve camminata. In realtà si chiama così per i camini in muratura di un palazzotto visconteo, vera eccezione in epoca antica, quando dai tetti di paglia fuoruscivano solo e soltanto rudimentali camini di fango.

Camminiamo ora su via Lanzone. No Imbruttiti, via Lanzone e non via Lanzoni! Il nostro signor Imbruttito è ancora nel pieno della celebrità mentre qui, nel cuore della vecchia Milano, ci si riferisce a un capitano milanese vissuto nell'XI sec. Che cinema, anzi che circo, quando arriviamo proprio in via Circo, che si chiama così perché ai tempi dei romani vi sorgeva un edificio monumentale per le corse dei carri, costruito vicino al Palazzo Imperiale. 

Ok, stiamo parlando di romani ed è giunto il momento di fare una domanda scivolosa. Vi siete mai chiesti se a Milano esiste via Roma? Non vale rispondere con dei surrogati tipo Corso di Porta Romana. La rispostà è NO e ancora NO. Mentre a Roma esiste via Milano, non vale assolutamente il contrario. Questa vicenda ha provocato negli anni non poche polemiche tra le due città anche ai massimi livelli: ricordiamo uno scambio di battute nel 2005 tra i major di Roma e di Milano, rispettivamente Veltroni e Albertini. In realtà tale omissione deriva da un atto di ribellione: durante il fascismo, ogni città (Milano inclusa) dovette inserire tra i toponimi una strada importante dedicata a Roma. Caduto il regime molti lasciarono le cose come stavano e ora in Italia molte delle vie principali richiamano alla capitale della Nazione. Milano invece se ne liberò quanto prima e non tornò più indietro. 

Ce ne sarebbero ancora da raccontare. Dalla via Gluck resa celebre da Celentano che rende onore a un musicista del Settecento, a Piazza Tre Torri dove basta alzare lo sguardo per vedere i tre grattacieli di CityLife (il Dritto, il Curvo e lo Storto), sino ad arrivare  alla periferica via Gottlieb Wilhelm Daimler dedicata al celebre ingegnere automobilistico tedesco. Proprio lì, non distante da Cascina Merlata, non per caso sorge una grande concessionaria Mercedes. 

img_1626.jpg

Vogliamo chiudere questo curioso viaggio in bellezza tornando in pieno centro per raccontarvi il dualismo tra due vie contigue in Brera, Fiori Chari e Fiori Oscuri. Perché questi opposti? Ci sono due versioni al riguardo...

La prima, che sembrerebbe la più plausibile, attribuisce i nomi delle due vie ai diversi colori degli stendardi dei due sestieri: Porta Comasina (bianchi e rossi, riconducibili ai Fiori Chiari) e Porta Volta (bianchi e neri, ossia i Fiori Scuri).

La seconda è più golosa perché mischia il il diavolo e l'acqua santa, il sacro con il profano. Secondo alcuni, infatti, quella che oggi viene chiamata via del Fiori Chiari era la sede di un collegio femminile frequentato da signorine vergini e pie, mentre invece via dei Fiori Oscuri era famosa per ospitare un bordello. Insomma, il giorno e la notte a pochi passi di distanza. 

Potremmo continuare per ore e ore a parlarvi dei nomi delle strade della città, ma per il momento ci fermiamo qui, E per voi Imbruttiti, qual è la via di Milano dal nome più curioso, e perché? Raccontatecelo nei commenti. 

Seguici anche su Instagram, taaac!


Vai all'articolo precedenteIndietro
Il Milanese Imbruttito