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Preparatevi: in futuro i colloqui si faranno con un avatar dotato di intelligenza artificiale

In Italia c'è già chi sta utilizzando assistenti virtuali per effettuare dei veri e propri colloqui preliminari. Una tendenza destinata a crescere

Forse forse a breve potremo dire addio ai colloqui del cazzo. Forse, invece che interfacciarci con direttori/hr di dubbia moralità e sensibilità, potremo relazionarci con avatar dotati di intelligenza artificiale. Che, magari, non ci chiederanno se pensiamo di avere figli o se pretendiamo di essere pagati per gli straordinari. Amici delle risorse umane, non vogliatecene. Siamo solo qui a farvi sapere che entro il 2026 l’82% delle aziende selezionerà talenti non attraverso reclutatori classici in carne e ossa, ma mediante intelligenza artificiale. 

Pare infatti che l’era del classico colloquio in compagnia di uno o più cacciatori di teste vedrà presto la fine, e al suo posto sorgerà una nuova HR age, più innovativa, tecnologica e caratterizzata dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ottica selezione e gestione delle risorse umane. Le prime conferme in merito giungono da McKinsey che di recente ha raccolto le opinioni di un panel di Chief Human Resource Officer statunitensi ed europei: il 90% degli intervistati prevede cambiamenti significativi nel modello operativo delle risorse umane nei prossimi due o tre anni. E tra questi mutamenti, indovinate un po’, c’è proprio l’influenza di tecnologie di ultima generazione come l’intelligenza artificiale. La stessa solfa è stata messa in risalto dal portale statunitense HR Executive: secondo una ricerca il 60% delle aziende sta utilizzando avatar e simili per gestire al meglio le proprie risorse umane. Una percentuale destinata a crescere e che entro i prossimi quattro anni toccherà l’82%.

Oh, anche in Italia ci sono aziende che si stanno dando da fare eh. Tipo QuestIT, company italiana specializzata nello sviluppo di tecnologie proprietarie d’intelligenza artificiale made in Italy. “Oltre alla realizzazione di una piattaforma ad hoc per i nostri partner in ottica recruiting, basata sull’utilizzo di uno speciale algoritmo di ranking utile a selezionare il migliore tra un ampio numero di candidati, noi di QuestIT stiamo lavorando a qualcosa di ancora più innovativo”, ha spiegato Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT. “In questo caso specifico saranno protagonisti i nostri assistenti virtuali di ultima generazione che, grazie proprio all’utilizzo dell’IA, saranno in grado di effettuare dei veri e propri colloqui preliminari, monitorando e interpretando al meglio le risposte, il tono of voice e le espressioni facciali dei candidati”. 

Ora, la domanda è: mette più ansia un reclutatore in carne e ossa o un avatar in grado di notare persino la gocciolina di sudore sulla nostra tempia?

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