Ci sono quei weekend, generalmente prima o dopo le vacanze di agosto, in cui non si sa mai che fare.
Da un lato la voglia di sole e di aria aperta è tanta, dall'altra lo sbatti di ritrovarsi imbottigliati in code chilometriche, tornando dalla riviera o dal lago, mette a repentaglio ogni progettino di gita fuori porta.
In quei frangenti il rischio piscina o Idroscalo si insinua come alternativa al bivacco sotto lo split del condizionatore, con buona pace della transizione energetica.
Come sapete, da molti anni noi del blog Imbruttito forniamo a tutti voi solutions pronto uso per passare piacevoli momenti fuori Milano, ma senza allontanarsi troppo, visto che il lunedì si fattura.
Questa volta ci siamo superati per brevità dell'itinerario e risparmio di carburante. Abbiamo passato la barriera di Melegnano, nemmeno il tempo di sentire il secondo beep del Telepass che siamo dovuti uscire al casello di Lodi, per arrivare poco dopo nel ridente borgo di San Colombano (al Lambro). Circa settemila anime a quarantasei minuti da Piazza Duomo, secondo Google Maps.
E, udite udite, siamo ancora nel sacro territorio della Città Metropolitana di Milano. Dovete sapere che San Colombano è un exclave milanese, in pratica un'isola meneghina circondata dal territorio lodigiano. Un po' come le Antille Olandesi, insomma.
Gli indigeni vanno particolarmente fieri di questo status da colonia e ricordano con orgoglio il voto per un referendum popolare che si è tenuto qui nel lontano 1992, mediante il quale rifiutarono con decisione di annettersi alla neonata provincia di Lodi.
Sembrano dispute da feudalesimo amministrativo, ma in realtà dietro a quella scelta c'era il fortissimo desiderio di San Colombano di rimanere legata alla Milano da bere, visto che qui si produce l'unico vino DOC della provincia di Milano ed è altresì presente la denominazione Collina del Milanese IGT (Indicazione Geografica Tipica). Del vino parleremo, però, diffusamente dopo.
Prima addentriamoci nel piccolo e graziosissimo borgo di San Colombano dove il Castello è senza dubbio l'attrazione principale. Il centro sociale e culturale della vita del borgo e le sue vicende sono strettamente legate a quelle delle dominazioni che si sono succedute sul territorio, da Federico Barbarossa ai Visconti e agli Sforza.
La struttura del castello è tuttora divisa in due parti: il ricetto, ossia la zona in cui si svolgeva la vita civile, e la rocca, la parte militare, posta in alto sul pendio collinare. Oltre alla suggestiva passeggiata nel parco che si snoda lungo le mura, all’interno del castello sono visitabili alcune stanze signorili, allestite all’epoca dei Belgioioso, ma ancora recanti tracce delle epoche passate.
Nel castello si trova anche l'Enoteca del Consorzio Volontario del Vino San Colombano DOC, aperta in settimana al mattino e nei fine settimana al pomeriggio. Qui ogni domenica - agosto escluso - si svolgono interessanti visite guidate e degustazioni per dare da bere agli assetati.
Già, ma noi a San Colombano ci siamo stati di sabato e non volevamo rimanere a bocca asciutta. A poche centinaia di metri abbiamo trovato l'ingresso del negozio di un'azienda vinicola locale, la Poderi di San Pietro. Qui ci hanno accolto Edoardo e Domenico che, con grande gentilezza ed entusiasmo, ci hanno raccontato tutto dei vini di questa zona e del territorio. Con Domenico siamo finiti a definire San Colombano la Toscana di Milano (no, non avevamo ancora bevuto nulla).
Così scopriamo che le vigne stanno sulla collina alle spalle del paese, che "quasi quasi da lassù si vede la Madonnina" e di botto San Colombano diventa la San Gimignano della Circonvalla (ok qui avevamo già bevuto qualcosa).
Fatto sta che ci hanno portati a fare un giro in cantina, in mezzo a vini che affinano in anfore di ceramica, piccole botti (barrique) e targhe di premi conferiti dall'Associazione Italiana Sommelier.
Si parla delle gite in mountain bike e delle escursioni che si possono fare su e giù per la collina e salta fuori l'experience più figa e Imbruttita che si possa fare in zona.
Tutti i sabato sera estivi - sempre agosto escluso - organizzano l'Aperitivo in Vigna. Tel chi...
La formula è molto easy: 25 Euro per la degustazione di vini e prodotti tipici del territorio tra i filari, godendo di un sunset da paura che Ibiza spostati. Ci dicono solo di prenotare per tempo, perché come in ogni evento degno di questo nome il sold out è d'ordinanza. Insomma, location di livello e si sboccia vino buono.
Le bollicine per finezza battono la totalità dei prosecchini elargiti agli eventi del Fuori Salone. Ce ne andiamo dalla cantina con un bel carico di bocce da portare a Milano (prima che pensiate male, no ADV, solamente tanta sete da soddisfare).
Nel mentre ci è salito lo sbrano e, proprio al centro del paese, troviamo l'Osteria della Piazza che supera tutte le nostre aspettative. Ottimi piatti, sia di carne che di pesce (il risotto ai carciofi, gamberi e ristretto di Campari è a dir poco orgasmico) accompagnati da un'ampia carta dei vini, locali e non. Anche qui ricordatevi la reservation categorica, i tavoli sono pochi e si rischia di non trovare posto.
Con la pancia piena possiamo quindi snocciolare qualche altra curiosità: giusto per rimarcare ancora di più il legame con Milano, a San Colombano si possono trovare aziende che producono pistilli di zafferano, ottimi per il risotto giallo. Per i nani di città, abituati al Bosco Verticale e alla mucca di Fruttolo, è possibile fare un'esperienza nella natura presso una fattoria didattica messa su in un agriturismo della zona.
Le sagre di paese poi sono all'ordine del giorno: ci sono la festa delle ciliegie a fine maggio/inizio giugno e poi la storica Sagra dell'Uva a fine settembre, dove vengono fatti sfilare anche i carri allegorici (save the date).
Insomma a San Colombano ce n'è davvero per tutti i gusti. Noi siamo rimasti super soddisfatti scoprendo questa oasi sconosciuta ai più e vicinissima a Milano. Sì, anche se partite da Bande Nere o dal QT8, rimarrete dentro un giro di lancette. Non male questa Toscana. TAAC!
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