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Editorial
abissopalazzo

Che ne abbiate già sentito parlare o no, esistono per davvero e fanno accapponare la pelle: le serate di horror immersivo. Perfette per gelare il sangue, soprattutto ora che fa caldo, ma anche per farsi venire un bell’infartino a trent’anni. Ne abbiamo provata una, qualche settimana fa: si chiama Dentro L’Abisso e si svolge in un luogo segreto che viene rivelato solo 48h prima dell’evento.

Cominciamo dalla tipologia di serata: sì, perché sul sito è possibile scegliere tra la modalità Horror, Super Horror e Extreme Horror a seconda di quanto volete schiattare dalla paura. Noi abbiamo optato per la formula Super Horror della durata di 2 ore, per tagliare la testa al toro.

L’appuntamento è fuori Milano, in una zona industriale sperduta nel nulla, alle 22.30. Quindi fuori dalla Circonvalla: e questo fa già paura! Davanti alla location, una folla di partecipanti con età media sui 25/30 anni: coppiette, gruppi di ragazzi belli carichi e alcuni che hanno già svolto l’esperienza ma che desiderano accumulare altri punti. Già, perché il tutto funziona un po’ tipo gioco di ruolo o escape room a livello avanzato: durante l’esperienza, ci sono delle missioni da superare e oggetti da collezionare che sbloccano livelli successivi e permettono di accumulare punti. Il punteggio viene poi inviato, a fine gioco, alla propria casella email. Siamo riusciti a scambiare qualche chiacchiera con uno di questi coraggiosi individui – quelli recidivi, insomma! - che ci tranquillizza dicendoci che è l’esperienza più adrenalinica che abbia mai fatto, e che una volta entrati nel meccanismo il gioco ti prende come una droga e non ti molla più. Iniziamo bene.

Dopo aver effettuato il check-in con lo staff, veniamo condotti in una grande sala in cui due simpatici personaggi, con un look a metà tra Pirati dei Caraibi e Alice nel Paese delle Meraviglie, ci illustrano le missioni da compiere e ci presentano il Mercante, ovvero colui a cui dobbiamo rivolgerci per sbloccare tutte le missioni. Dopodiché distribuiscono una torcia a ognuno di noi e veniamo avvertiti che in caso di rapimento di un compagno da parte delle creature dell’abisso (avete letto bene: rapimento!) ci possiamo rivolgere a loro. Fino a quando non suona la sirena d’allarme: in quel momento è meglio nascondersi, e anche loro non saranno più disponibili ad aiutarci. Un brividino inizia a salire lungo la schiena.

Che il gioco abbia inizio. Veniamo suddivisi in due gruppi e poi accompagnati all’ingresso dei sotterranei dell’edificio, ovvero il primo luogo che esploreremo. C’è buio pesto, e durante i primi minuti nessuno vuole fare un passo in avanti per iniziare la perlustrazione dell’oscuro labirinto. Praticamente io quando devo aprire l’home banking per controllare le mie finanze.

Dovete sapere che nei sotterranei, così come negli altri piani di questo edificio abbandonato, si nascondono due tipi di creature: quelle con le maschera bianca, idealmente innocue a meno che non vengano stimolate da rumori e luci, e quelle con la maschera nera, che non vedono l’ora di acciuffarti e legarti mani e piedi per farti prigioniero. Cosa che è successa a me, quasi subito: scappando da una creatura che si stava avvicinando, mi infilo in un corridoio cieco e vengo braccato, senza pietà, da uno dei mostri che mi lega a un lavandino arrugginito e al buio. Ma facciamo un passo indietro: il mio compagno di avventure, poco prima che iniziasse il gioco, mi confida d’avere un’enorme paura per i film horror e che questa esperienza sarebbe stata una prova per superare il suo blocco emotivo. Sarei voluto tornare a casa. Al primo rumore, infatti, Stefano fa un balzo di 5 metri giù dalle scale. Eppure arriva in mio soccorso, chiedendo la collaborazione di un personaggio buono. Peccato che questo personaggio, mentre arriva a liberarmi, non si scambi all’ultimo con una delle creature malvage. E infatti vedo arrivare il mio amico totalmente inconsapevole di avere alle sue spalle una creatura dell’abisso anziché la figura destinata a salvarmi. Non potete immaginare la sua faccia pochi secondi dopo. 

abissocover.jpg

Il cagotto, ormai, ha preso il sopravvento. Usciamo dai sotterranei e cerchiamo di unirci a qualche altra squadra per esplorare altre ambientazioni. Quasi tutti hanno già trovato uno o più oggetti preziosi disseminati nell’abisso e li stanno portando dal Mercante. Noi, ovviamente, non ne abbiamo trovato manco uno. Decidiamo di giocarci il tutto per tutto e ci addentriamo in un mezzanino buio ma ricco di cunicoli e passaggi misteriosi, in cerca di qualche gemma o indizio. Da lontano si sentono rantoli, urla, una ragazza che piange, e le pareti che iniziano a vibrare: qualcuno si sta avvicinando. Corriamo verso un luogo sicuro, ma per l’ennesima volta veniamo acciuffati – questa volta entrambi – e separati l’uno dall’altro. Nel frattempo parte la sirena assordante, e tutti i partecipanti iniziano a nascondersi. Io sono legato per i polsi insieme a un ragazzo di Brescia grande fan di questi giochi dal vivo, e cerco di corromperlo facendogli vedere le chiavi che ho in tasca e che potrebbero tagliare i lacci a cui siamo legati. Ma niente da fare: non ne vuole sapere di andare contro il regolamento. “Le regole sono queste, altrimenti è inutile giocare!”. Dannazione. È un osso duro questo, di sicuro non lavora per la consulenza! 

abissointerno2.jpg

La sirena continua a suonare imperterrita, ed ecco che arriva una banda di criminali mascherati: che cosa brandiscono? Una motosega tipo Non Aprite Quella Porta, che domande! Ci trovano, ci circondano, e ci fanno assaggiare un po’ di sano terrore, sghignazzando e facendo oscillare la motosega sopra le nostre teste. “Già che avete la motosega, non è che potreste liberarci?”, dico timidamente, ma vengo giustamente ignorato e deriso ancora di più. È la fine, mi dico, non verrò mai liberato e mi toccherà rimanere un’altra ora qui sotto. Rimpiango quella volta che sono rimasto fermo in ascensore. Eppure, con mia rinnovata sorpresa, Stefano viene a liberarmi, con il coraggio di Indiana Jones, e da ora in avanti non c’è mostro che tenga: è determinato come Rambo e insieme vogliamo superare almeno una missione, perdio! In fin dei conti, nella nostra vita lavorativa abbiamo vissuto cose più spaventose e terrificanti. Tipo le richieste di report, da parte del cliente X, il sabato sera per il lunedì mattina. Quello sì che fa paura! 

abissointerno1.jpg

Quindi è fatta: saliamo su per le scale e iniziamo a percorrere l’edificio in lungo e in largo, alla ricerca di una storia da seguire. Riusciamo a sbloccare il racconto di una dama fantasma e riusciamo perfino ad aiutarla, svelando una pergamena che ci conduce alla ricerca di una creatura dagli occhi rossi. Purtroppo un suono di fischietto ci avvisa che il tempo è scaduto: game over! Tutti i gruppi devono tornare al punto di partenza, e così anche noi, un po’ sconsolati perché ci stavano davvero gasando e prendendo gusto. Ma soprattutto, avevamo superato la paura iniziale, il che è tutto un dire! Mi guardo intorno: siamo sudati, stanchi, massacrati dal gioco, ma felici: un’esperienza davvero unica nel suo genere. Sicuramente consigliata e da provare. Le prossime date sono il 16 e il 23 luglio (qui il sito per prenotare) se volete assaggiare un po’ di terrore!

 

 

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