Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo in avanti verso la parità di genere sul posto di lavoro. Zeta Service, azienda di Milano specializzata in payroll e servizi dedicati alle risorse umane, ha deciso di introdurre il congedo parentale per le coppie omogenitoriali, che sono poi le families composte da due genitori dello stesso sesso. Si tratta di una big news, perché in Italia di iniziative del genere ce ne sono state davvero pochissime finora. L'azienda ha voluto così colmare un vuoto normativo presente nella legislazione italiana, che attualmente non riconosce alcun congedo alle coppie dello stesso sesso, se non al genitore biologico.
Al momento la situazione è questa: c'è il congedo di maternità, della durata di 5 mesi, e il congedo di paternità, di 10 giorni. Zeta Service ha deciso in più di riconoscere 40 giorni di congedo parentale per le coppie dello stesso sesso, gli stessi previsti dall’azienda per il congedo di paternità, che è stato quadruplicato rispetto a quanto previsto dalla normativa italiana per i papà (10 giorni, appunto). Standing ovation. L’equally shared parenting è diventato così un fattore di well-being culture all’interno dell’azienda, in grado di permettere ai lavoratori un bilanciamento più equilibrato tra lavoro e vita privata. Nel 2013 la Zera era stata premiata pure dal Comune con l’Ambrogino d’Oro per essere stata la prima realtà italiana a riconoscere il congedo matrimoniale a un collaboratore che aveva firmato il registro delle unioni civilidi Milano da poco tempo in vigore. Chapeau.
"È doveroso colmare un vuoto legislativo che penalizza le coppie omogenitoriali dove solo una persona viene riconosciuta come genitore mentre l’altro è, a tutti gli effetti, un estraneo", ha spiegato Silvia Bolzoni, fondatrice e presidente di Zeta Service. "Occorre superare questo ostacolo per permettere a entrambi i genitori di affrontare insieme una nuova e delicata fase della loro vita. Sappiamo che il nostro è solo un piccolo passo ma confidiamo possa servire come apripista per aiutare a superare le barriere di genere e uguaglianza che molto spesso sono tuttora radicate in atteggiamenti sociali e valori patriarcali antimodernistici e arretrati". In effetti la situa in merito ai congedi parentali per coppie omosessuali, al momento, è piuttosto incerta. Bravi, e pure sul pezzo. Proprio in questi giorni, infatti, si sta discutendo molto in Europa per garantire a entrambi i genitori lo stesso diritto al sostegno parentale: in Finlandia la prima ministra Sanna Marin ha da poco esteso il congedo a 160 giorni per entrambi i genitori senza distinzioni di genere e per qualunque tipologia di famiglia. In Spagna s’arriva fino a 112 giorni per entrambi i genitori, in Svezia sono 480 e in Germaniasi può arrivare anche a 14 mesi con il 67% dello stipendio garantito. Una bella differenza con i miserissimi 10 giorni offerti ai neo papà in Italia, no?
Due anni fa la madre - non biologica - di un neonato, chiese al suo datore di lavoro di usufruire del congedo parentale. L’azienda, però, respinse la richiesta, proprio a causa dell’incertezza normativa sul tema. La lavoratrice si rivolse allora al giudice, accusando il datore di lavoro di comportamento discriminatorio. Il tribunale le diede ragione e giudicò discriminatorio il rifiuto di congedo parentale alla madre intenzionale. Il giudice ha anche confermato la presenza di un vuoto normativo in tema di genitorialità delle coppie dello stesso sesso unite civilmente, come ammesso dal datore di lavoro. Quindi insomma, la strada da percorrere è ancora lunga, e sappiamo bene che questa non è certo una delle priorità del nuovo governo. Anzi. Fortunatamente, ogni tanto, le iniziative private di alcune persone/aziende ci lasciano ben sperare.
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