Con la nascita di NoLo e NaPa, ma anche SouPra, aka SOUth of PRAda (Fondazione) abbiamo capito che a volte basta fare un rebranding per aumentare il proprio appeal. Per fare un rebranding serio, però, qualche motivo deve pur esserci. Da solo, l’acronimo, non basta. Parlando di Milano e delle sue nuove/vecchie zone, la differenza la fanno i locali: quelli neonati e quelli storici ma riscoperti. La differenza la fa il fermento, il movimento, la situazione. Ecco, a Nord di Cenisio c’è situazione, e a dircelo sono tanto le nuove aperture – gelaterie, cocktail bar, enoteche, pasticcerie – che le insegne storiche che continuano ad attirare residenti e non. Insomma, come sottolineato da un puntuale approfondimento di Corriere, pare che ci siano tutte le condizioni per insignire la zona tra il cimitero Monumentale e il ponte della Ghisolfa, a Nord della direttrice di via Cenisio, con un suo personalissimo acronimo: NoCe.
Se siete della zona, o la bazzicate spesso, sapete già di cosa stiamo parlando. All’incrocio tra Bullona, Ghisolfa e Simonetta, tra le case anni Venti e Trenta e le palazzine anni Sessanta, le strade profumano di novità. Merito dei nuovi locali, appunto, che stanno riportando l’attenzione di molti verso queste vie, e l’attenzione per il nuovo si riflette naturalmente anche sul vecchio, improvvisamente riscoperto. Qualche esempio, come suggerito dall’autrice di Corriere: in via Govone 38 a giugno ha aperto Pigro, un’enoteca che propone bottiglie di piccoli produttori, ma anche piatti del giorno per accompagnare. Non saremmo la City cosmopolita che effettivamente siamo se mancassero perle esotiche: in via Tolentino 1 da qualche mese è spuntata fuori La Medina, una sala da tè e pasticceria marocchina che serve il tè alla menta e dolcetti tradizionali, ma dove si può anche pranzare o fare un ottimo brunch.
Qualità anche tra i locali storici. Citiamo La Rava e la Fava in via Principe Eugenio 28, il place to be di chi vuole godersi un po’ di cucina del Nord Italia, con brasati, risotti, bolliti e cotolette a pioggia. Colazioni e merende si possono fare da Atelier de la Pâtisserie in via Mac Mahon 16, con abbondanza di brioche, pasticcini mignon e prelibatezze come il salame al cioccolato, ma anche da Pane&Cioccolata in via Mac Mahon 1, in cui la scelta obbligata è il pan de mei, tipico dolce lombardo a base di farina di mais. E se volete portarvi a casa qualche prodottino fatto bene, si consiglia un giretto da Fior di latte, sempre in via Mac Mahon ma al 12: nel caseificio si possono scegliere ricotta, mozzarella, caciocavallo, burrata ma anche clamorosi cannoli. Si cade sempre in piedi.
Oh raga, se conoscete bene la zona ci date due dritte?