Che a Milano i prezzi stiano diventando proibitivi, già si sapeva. Ma che neanche una big come McDonald's riuscisse a starci dentro è una notizia. Già, perché la storica sede in San Babila, quella in cui molti di noi hanno bazzicato un milione di volte dopo lo shopping o prima dell'uni, chiude i battenti. Il 6 dicembre il Mc all'angolo tra corso Europa e largo Toscanini abbasserà le serrande per l'ultima volta, a causa di un canone d’affitto ormai diventato troppo alto, a cui si vanno ad aggiungere costi insostenibili. Il contratto d'affitto, infatti, è in scadenza e i costi per rinnovarlo sono belli altini; in più, pare che la proprietà dell'immobile abbia prospettato anche un aumento del canone. E quindi niente, si chiude la baracca.
La buona notizia, comunque, è che i 35 lavoratori del punto vendita non perderanno il posto, per carità, ma saranno ricollocati tra McDonald's ancora operativi di piazza Duomo e Galleria Ciro Fontana. Spiace lo stesso però, no? Insomma quel locale in San Babila ne ha viste di cose, negli anni. Tutto cominciò nei mitici '80, quando i paninari trovarono nel primo Burghy d’Italia (nato dove oggi c'è il Mc) il loro punto di ritrovo prediletto. Era il 1981, di politica i ragazzi si interessavano poco, ma erano presi benissimo con le americanate. Ecco perché il fast food, un concept nuovo in Italia, trovò da noi terreno fertile. Chi di voi c'era? Nel 1996 poi la rete dei 96 ristoranti Burghy venne acquisita da McDonald’s, e il resto è storia.
Comunque non è la prima volta che il McDonald's in San Babila chiude i battenti, anche se in passato si è trattato solo di una parentesi. Tipo, nel 2015, a luglio, improvvisamente si decise di chiudere e stop, avvisando i dipendenti addirittura il giorno stesso. Per un anno il locale rimase chiuso e nel mentre partirono alcune lettere di licenziamento, mentre la maggior parte dei dipendenti venne trasferita. I motivi della chiusura furono poco chiari, ma ad agosto 2016 il Mc riaprì nuovamente, rinnovato nello stile e nell'offerta. "Sarà il capostipite dei McDonald’s del futuro - commentò all'epoca Roberto Masi, amministratore delegato dell’azienda -. Questo luogo iconico per noi è rappresentativo della filosofia che guida la nostra strategia di innovazione". Eh.
Possibile che anche in questo caso l'addio non sia davvero un addio?
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