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Milano è tra le città più inquinate d’Italia, e non ne siamo sorpresi

Il rapporto 2022 Mal'Aria di città di Legambiente ha eletto la Lombardia regione peggiore del paese. Dalla demotorizzazione alle zone 30, ecco cosa si può fare.

Parlare di quanto sia inquinata Milano è un po’ come parlare di quanto sia cara. Dove sta la novità? Non c’è. Ci sono semplicemente altri dati, che vanno a confermare l’ovvio. Milano è tra le città più inquinate d’Italia, that’s it. Questa volta la sentenza arriva dall’annuale rapporto Mal’Aria di città di Legambiente relativo al 2022, che ha eletto la Lombardia a regione peggiore del paese. Non benissimo.

Magra consolazione, c’è chi sta peggio. Torino. La maglia nera per lo smog metropolitano va infatti al capoluogo piemontese, con 98 giorni di sforamento dei i limiti giornalieri di polveri sottili Pm10. Seguono Milano, con 84, e Asti, 79. Il tridente dell’aria tossica, sob. Per rientrare nei parametri della normativa sul Pm10 che sarà in vigore dal 2030, la City dovrà lavorare durissimo e riuscire ad abbattere del 43% la concentrazione di polveri sottili rispetto alla media annua del 2022. Ma le classifiche, ahinoi, non sono finite.

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L’ossigeno del grande parco non è riuscito a fare il miracolo: Monza è addirittura la città peggiore d’Italia per quanto riguarda le polveri sottili più piccole (Pm2,5), seguita dalle fedelissime dello smog, Milano e Cremona. In questo caso, Milano dovrebbe abbattere le emissioni del 57%. Ma parliamo adesso del biossido di azoto (No2), legato ai motori diesel: Milano è messa malissimo, tanto per cambiare, e per migliorare la situa dovrebbe quasi dimezzare i valori attuali. Pessime anche Como e Monza.

E quindi, che si fa? Come si risolve questo problema dell’aria inquinata? Per Legambiente, bisogna assolutamente procedere con la demotorizzazione, con il sostegno alla mobilità attiva e con politiche di moderazione del traffico, migliorando l’offerta del trasporto pubblico. Il Comune ci sta già provando, va detto, anche con quei famosi cartelli “usate le scale” tanto criticati dai cittadini. “Dobbiamo iniziare a chiederci se bastino provvedimenti come le Low Emission Zone, finora vista solo a Milano con Area B”, si è domandato Federico Del Prete, responsabile mobilità di Legambiente Lombardia. “La realtà che dobbiamo affrontare è quella di una drastica sterzata verso il trasporto collettivo, in Lombardia particolarmente sofferente sia per la inadeguatezza dell’operatore regionale Trenord, sia per l’assenza di investimenti adeguati e di innovazione nell’offerta”.

Non solo. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha parlato anche della necessità di “investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso”. La salute, appunto. Perché noi ormai allo smog ci abbiamo fatto l’abitudine, ma – raga – è una roba davvero tossica per il nostro organismo. “L’Italia – ha spiegato Ciafani – registra un triste primato con più di 52mila decessi annui da Pm2.5, pari a 1/5 di quelli rilevati in tutto il continente”. Brutta storia.

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