Se vi diciamo Marghe, Pasticceria Gelsomina, Giolina, Crocca, cosa vi viene in mente? E se aggiungiamo Panini Durini e Pizzium? Ok ok, è quasi impossibile che non siate mai stati in almeno uno di questi locali, o che non li abbiate mai sentiti nominare. Impossible, anche perché Pizzium nella City vanta ben 8 locali, Panini Durini addirittura 14. Tutte queste insegne hanno un unico comune denominatore, il papà: l'imprenditore brianzolo Stefano Saturnino. Uno che di food business - insomma - se ne intende.
Pizzium, in particolare, è davvero una realtà in grande fermento caratterizzata da pizzerie alla napoletana, ambiente giovane, servizio smart, un menù con proposte ispirate alle regioni italiane. La prima pizzeria è stata aperta nel 2017 in via Procaccini e tempo cinque anni è diventato un concept con ben 35 locali in tutta Italia. Giusto per snocciolare qualche numero che chiarisca il tutto: il primo semestre 2022 si è chiuso con una crescita significativa rispetto al semestre dell’anno precedente e un fatturato netto di 12,5 milioni di euro. Tanta roba. "La nostra pizza è preparata seguendo la tradizione napoletana, con ingredienti di alta qualità e una lunga lievitazione per garantire una consistenza soffice e fragrante", ha raccontato Saturnino a Forbes, spiegando cosa rende Pizzium diversa rispetto alle altre catene. "L’impasto della pizza viene lasciato lievitare per almeno 24 ore a temperatura ambiente e in modo controllato, per ottenere un risultato ottimale in termini di gusto e digeribilità". Yummy.
E pensare che il percorso di Stefano Saturnino è cominciato in maniera atipica: laureato in giurisprudenza, ha lavorato prima come pr, poi avvocato, poi ha aperto uno studio di architettura. E perché il food? Tutto è partito da una visione. "Con la crisi economica del 2009/10 ho intuito l’opportunità di mettere in piedi un progetto in ambito food retail, un mondo che ho sempre seguito con curiosità fin da adolescente". Taaac, ed ecco l'idea: Panini Durini, tra i locali simbolo della City. Visto il successo, il Saturnino ci ha preso la mano e ha messo in piedi "nuovi brand come Marghe, pizzeria dallo stile urbano e dal fascino internazionale, Pasticceria Gelsomina, che richiama i sapori e i colori del sud Italia, Giolina, un’elegante pizzeria che si distingue per l’altissima qualità sia della pizza ma anche dei vini da abbinare e Crocca, con la sua pizza croccante servita in locali dall’atmosfera vintage che richiamano le pizzerie-trattorie milanesi degli anni ’70 e ’80".
A fare di Pizzium un piccolo food case è sicuramente anche l'impatto visivo, riconoscibilissimo. Vi basterà sfogliare il profilo Instagram dell'insegna per accorgervi dell'attenzione rivolta a un'estetica pop e modernissima. "Ogni nostro locale è unico - conferma Saturnino a Forbes - con elementi visivi propri, ma allo stesso tempo in grado di trasmettere l’atmosfera calda e accogliente tipica di Pizzium, con dettagli comuni che richiamano l’identità partenopea". Grande attenzione al design: in ogni locale vengono utilizzati principalmente elementi artigianali, come ad esempio le sedie di legno, gli scaffali pieni di barattoli con spezie e conserve, i lampadari di stoffa e le luci soffuse che creano un’atmosfera accogliente e familiare. Anche i prezzi sono onesti, va detto: tipo, Marinara e Margherita costano 6 e 7 euro, mentre le regionali vanno dai 7 ai 9. Ci sta.
Uno dei segreti del successo di Pizzium è sicuramente l'adattabilità. Una skill che ha portato la catena a espandersi pure in un periodo infelicissimo come quello della pandemia, quando tutti gli altri locali - invece - chiudevano baracca e burattini. "Grazie a queste partnership consolidate e agli investimenti mirati in digitalizzazione (come la fidelity card e nuovi sistemi, su tutti quello relativo alle prenotazioni), siamo riusciti non solo a superare questo periodo difficile, ma addirittura a espanderci aprendo locali in nuovi territori o consolidando aree già presidiate". I piani per il futuro, quindi, sono piuttosto scontati: espansione, espansione, espansione. "L’obiettivo è quello di rafforzare la nostra presenza in tutta Italia, dove abbiamo già visto un aumento del 50% del numero dei nostri locali nel corso del 2022. Per il prossimo anno, prevediamo di aprire tra le 12 e le 15 nuove pizzerie".
Come si fa a non definirlo il re della pizza, pure se non ha mai le mani in pasta?
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