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Editorial
alessandrocuneo

Abbiamo scovato un personaggio from Milano che è appena tornato da un lungo, lunghissimo viaggio in America Latina dove ne ha combinate praticamente di ogni. Tipo: si è finto giornalista per imbucarsi alla finale dei mondiali femminili a San José, in Costa Rica. Per autofinanziare il suo viaggio tra i tanti paesi dell'America del Sud, il nostro si è pure finto professore d’italiano per dare lezioni a studenti e professori dell’università. Il protagonista di questa avventura si chiama Alessandro Cuneo, ha 22 anni e nessuna voglia di fermarsi. Dopo quattro mesi in Erasmus in Costa Rica ha deciso di scendere lentamente verso l’estremo Sud dell’Argentina (Ushuaia) via terra, in bus e in autostop. A scrocco, pagando raramente e facendosi ospitare il più delle volte. Centodieci giorni di viaggio attraverso Costa Rica, Panama, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Argentina e Cile. Tra le tante scoperte, due ci hanno particolarmente incuriosito: lo sapevate che in America Latina tirano di brutto la cotoletta e il panettone?

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alecuneo__

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Quindi hai scoperto un gemellaggio inedito che tra America latina e
Milano. Cominciamo dalla milanesa in Argentina…

La milanesa in Argentina non è altro che la cotoletta, ma molto più unta e pesante. Gli argentini sono un popolo meraviglioso e mi dispiace molto dirlo, ma la nostra di Milano è un altro mondo. E quella di mia nonna, ovviamente, non si batte. Avevo provato la tipica milanesa in un ristorantino della periferia della cittadina argentina di Mendoza, poco prima di prendere un bus notturno verso Santiago de Chile. Purtroppo mi è rimasta sullo stomaco…

La base: diffidare dalle imitazioni. E invece com'è che in Perù sono tutti pazzi del panettone? Raccontaci.

Tre anni fa ho fatto il volontario in un piccolissimo paese delle Ande peruviane chiamato Pampacangallo, e durante la mia recente discesa verso Sud, sono passato a salutare qualche amico. Tra l’altro arrivarci, a causa delle manifestazioni e delle barricate che hanno bloccato il Perù (scaturite dall’incarcerazione del presidente peruviano Pedro Castillo), non è stato per nulla facile. Comunque, arrivato in paese, ho scoperto una piccola panetteria che vendeva panettoni artigianali. Soltanto 20 soles (5euro) per un panettone che potrebbe tenere testa a quello di Marchesi! In Perù vanno tutti pazzi per il panettone, forse anche più dei milanesi. Ho visto bambini di 6 mesi mangiarsi il panettone senza problemi.

Ma pensa. E spiegaci 'sta cosa che hai finto di essere un professore di italiano e altri professori ci hanno creduto...

Quando sono giunto a Heredia, piccolo sobborgo di San José (la capitale del Costa Rica), avevo un piano ben preciso. Studiare, programmare il mio successivo viaggio e,
soprattutto, trovarmi un lavoro. Avendo un visto da studente non potevo mica lavorare legalmente… perciò, l’unica alternativa rimasta era fingermi un affermato e bravo professore d’italiano e tappezzare le due università più grandi del Costa Rica con un foglietto con una mia presentazione, una bandiera italiana e un qr code che rimandava al mio sito (per rendere il tutto più serio). Cosa che ho fatto e ho ottenuto pure parecchio successo! Davo dieci lezioni a settimana e avevo un totale di quattordici studenti.

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E non contento sei riuscito pure a infilarti alla finale dei mondiali femminili a San José.

In Costa Rica si stava disputando il mondiale femminile under 20 e una domenica di fine ottobre si sarebbe disputata la finale, Spagna - Giappone. Io e il mio fidato amico spagnolo Jorge, volendo vedere la partita, eravamo riusciti ad accaparrarci due degli ultimi biglietti, che però erano in posizioni molto scomode. Allora, dopo qualche minuto di riflessione ci è venuta un’idea: perché non fingerci due giornalisti vestendoci da bauscia milanesi e utilizzare il nostro badge universitario come accredito stampa per sederci in tribuna? Così abbiamo fatto e ha stranamente funzionato! Se non ci credete c’è un bel video che racconta quella giornata sul mio canale youtube.

Ma com'è che la police non t'ha ancora sgamato?

Questione di esperienza e di molta fortuna. Devo dire che il faccino da bravo ragazzo aiuta!

Come mai hai deciso di fare questa esperienza così extreme? Cioè a scrocco, dormendo e mangiando dove capitava…

Il tutto è nato da un bisogno, conoscere persone e culture nuove, e da una necessità,
spendere il meno possibile. Sarebbe stato troppo semplice (e costoso) andare per ostelli. Quello che cercavo era un’esperienza che fosse la più autentica possibile e l’unico modo per fare ciò era mettere da parte la mia timidezza e cercare qualche buon'anima che mi volesse ospitare. In 110 giorni di viaggio ho dovuto ricorrere all’ostello solamente quattro volte. Per il resto, attraverso amici, amici di amici o sconosciuti sono riuscito sempre a dormire sotto un tetto (su letti, divani o sui pavimenti). In cambio dell’ospitalità, preparavo sempre qualcosa di italiano da mangiare: pasta all’uovo, pizza, gnocchi, piadine e, soprattutto, il cappuccino (che è il mio forte!). La parte più estrema di questo viaggio è stato l’ultimo mese in Patagonia. Trascorrevo le notti accampato con la mia tenda da 30 euro fuori dai paesi, soffrendo un freddo e una fame che sono difficili da spiegare a parole. Per questo motivo ho perso 5Kg nelle ultime tre settimane ma non il sorriso! L’idea dietro a questo viaggio era anche quella di soffrire in modo tale da rivalutare, una volta tornato a casa, tutte quelle piccole cose (come una doccia calda o il riscaldamento) che diamo per scontate e che, invece, in molte parti del continente Sudamericano e del mondo non lo sono.

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alecuneo__

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Tu sei di Milano: pensi di fermarti un po' nella City adesso o hai voglia di ripartire?

Nonostante le mie radici milanesi ho un rapporto odi et amo con la città, tanto che terminato il liceo sono partito con un biglietto di sola andata per un paesino sperduto sulle Ande peruviane, dove ho trascorso cinque mesi da volontario. Poi ho iniziato una triennale in Relazioni diplomatiche all’UNIBO nel campus di Forlì. In questo momento, invece, pur di evitare il grigio cielo milanese e la vita frenetica di una città sempre nostop, la mia base è Riotorto, un piccolo paesino di trecento abitanti nella Maremma toscana, dove sto trascorrendo gli ultimi mesi prima della mia laurea tra studio e lavoro. Appena avrò tempo ripartirò, questa volta in bici, verso l’estremo Nord del continente Europeo e poi, sempre grazie all’università, passerò buona parte del prossimo anno in Asia. Il mio futuro, benchè incerto, lo vedo ancora lontano dalla City.

E perché hai deciso di raccontare le tue avventure in America Latina? Cosa vorresti arrivasse ai tuoi coetanei?

L’obbiettivo, attraverso il mio profilo Instagram e il mio canale youtube è sempre stato quello di raccontare con ironia il mio viaggio, in modo da mostrare le bellezze del continente Sudamericano e la gentilezza e l’ospitalità dei suoi popoli. Nei 110 giorni di viaggio mi sono sentito trattato come un fratello e un figlio dalle persone e dalle famiglie che mi hanno ospitato. Volevo cercare di cancellare le immagini di violenza e paura che vengono, purtroppo, ancora oggi ricollegate all’America Latina facendo vedere, attraverso la mia esperienza e le diverse realtà che ho conosciuto, quanto questo continente sia vivo, ospitale e fantastico. Invito i miei coetanei, se ne hanno la possibilità, di fare un’esperienza di studio e di volontariato all’estero, dato che sono il miglior modo per crescere e conoscersi meglio.
Un saluto e Hasta Pronto America Latina!

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