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Milano, dove ti vedi tra 5 anni? Eccola qua, la tipica domanda da risorse umane che esce a tradimento in un qualsiasi colloquio di lavoro. Ma Milano, si sa, non si fa cogliere impreparata e domande così sono il suo pane. Non c'è niente che fa più felice la nostra City dei piani (urbanistici) per il futuro, a volte forse un po' a discapito del presente, ma quando hai così tanti project da portare avanti è facile lasciarsi trasportare dall'entusiasmo per l'avvenire. Perché Milano tra 5 anni continua a puntare in alto con nuovi grattacieli, nuovi palazzi futuristici e riqualificazioni di aree urbane. E te lo dice con l'aria convinta di poterlo fare davvero.

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Rendering del Villaggio Olimpico, poi studentato

Molti di questi progetti hanno la consegna prevista in tempo per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e partiamo proprio dai lavori a cinque cerchi e cosa lasceranno una volta salutati gli atleti. Nell'area dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana sorgerà il Villaggio Olimpico (consegna 2025) che, come abbiamo visto, diventerà poi un progetto più ampio di rigenerazione urbana con l'apertura del più grande studentato d'Italia da circa 1.700 posti letto e un nuovo quartiere nel verde. In zona Santa Giulia si attende di vedere il PalaItalia, arena da 15mila posti per l’Hockey, ma soprattutto come verrà trasformata in uno spazio polifunzionale una volta terminate le Olimpiadi. Proprio tra Rogoredo e Santa Giulia nascerà inoltre il Bosco della Musica. La proposta di Park Associati per il campus polifunzionale del Conservatorio di Milano è un centro civico aperto che coinvolgerà anche la Palazzina Ex chimici, l’edificio anni Quaranta farà da cardine tra i diversi elementi: la Sala da Concerto, l’Auditorium esterno, i Dipartimenti Didattici e lo Studentato.

Continuando a pensare agli studenti e alle menti brillanti del futuro (giuro nessuna ironia, più che altro un auspicio) le università milanesi si stanno rimettendo in pari con i tempi. Il nuovo campus a Città Studi in via Celoria vedrà sorgere 12 edifici circondati dal verde per una cittadella degli studi umanistici. E pensare che io ci studiavo biologia. Il progetto Bovisa-Goccia del Politecnico invece sarà firmato Renzo Piano. Anche qui verde, verde e ancora verde, con aule e laboratori affiancati a due residenze per studenti da 500 posti, un edificio dedicato al food, scuole civiche e un'area da 35 mila metri quadri per le startup.

Per non escludere nessuno, il progetto di riqualificazione dell'ex Scalo Farini prevede la realizzazione di 1800 appartamenti di edilizia sociale, ma anche un grande parco e un Campus delle arti dell'Accademia di Brera. Nelle vicinanze, tra via Pirelli 39 e via Melchiorre Gioia, vedremo un nuovo grattacielo verde: la Torre Botanica di Boeri, con 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su più piani che cambierà il colore della facciata con l’alternarsi delle stagioni. Insomma, faremo il tour del foliage a Milano. Sempre puntando in alto non possiamo non parlare della Torre Faro. Il grattacielo di piazza Trento avrà come caratteristica principale una "spaccatura" centrale a circa 60 metri d’altezza, con giardini pensili e un belvedere accessibile al pubblico. Ospiterà inoltre la futura sede di A2A.

Termine lavori? 2026, of course. 

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Torre Faro, credit ACPV

Sarà difficile però battere l'originalità di CityWave. Il quarto grattacielo del quartiere Citylife, progettato dallo studio danese BIG (suona promettente), sarà il biglietto da visita della città per chi entra dalla zona ex-fiera. Previsti due edifici autonomi collegati da una struttura a portico sospeso lunga 140 metri, subito sotto negozi, ristoranti, due corti private ed un rooftop bar con piscina.

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CityWave

Lo studio Beretta vince invece il mio personale premio Genius per la scelta di chiamare Hippodrome la torre con affaccio sull’ippodromo di San Siro. Il progetto prevede un palazzo di 22 piani circondato dal verde con vista unica sulla città e 135 unità abitative. Sono sicura che sarà super esclusivo, quanto sono sicura che continuerò a immaginare un enorme Ippopotamo. Restando a San Siro, c’è grande attesa per il progetto di riqualificazione delle scuderie De Montel che diventeranno delle terme. O meglio, il più grande complesso termale italiano (in una grande città), ma anche le prime terme green d’Europa a zero emissioni di CO2. Forse Teatro delle terme è anche troppo semplice come nome, a questo punto.

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Teatro delle Terme, credit Studio Marzorati Architettura

Terminiamo con il restyling di piazzale Loreto che partirà dopo l'Epifania per dare vita a una grande zona pedonale di oltre 9mila metri quadrati e porterà in città altro verde con terrazze, 300 alberi, piste ciclabili, pannelli solari e postazioni di ricarica elettrica. Da capire traffico e viabilità come verranno modificati, ma sicuro saranno tutti scontenti lo stesso.

Milano tra 5 anni sarà questa. E la sua convinzione è quasi contagiosa. Io sicuro non ho la stessa confidence e mi accontento di un piano di sopravvivenza in 5 passi che porta a domani. Se va bene magari mi resta tempo per un'ape, se va male potrei stramazzare al suolo come nel finale di Kill Bill (sorry per lo spoiler) sventolando una bandiera bianca e chiedendomi quando arriverà il week-end.

Autore: Giulia Cannarella

 

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