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Editorial
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Se vi diciamo Casa degli Artisti, cosa vi viene in mente? Tipo una mega villa con un sacco di gente strana dentro, tra chi dipinge, chi lavora il ferro, chi immagina performance. Ecco, in realtà non ci siete mica andati troppo lontani: la Casa degli Artisti di Milano (Via Tommaso da Cazzaniga, Corso Garibaldi, 89/A) è (più o meno) questa cosa qui. Se già la conoscete, skippate. Se invece fino ad ora non avevate la minima idea che esistesse un posto del genere nella City, continuate a leggere perché abbiamo un bel po' di cose interessanti da raccontarvi.

Briefing al volo: la Casa degli Artisti nasce nel 1909 su iniziativa dei Fratelli Bogani, due mecenati innamorati dell’arte, per ospitare laboratori e atelier. Nei primi anni, tutto benone. Alla fine degli anni ’30 la Casa viene espropriata dal Comune di Milano con l’intento di demolirla, ma poi comincia la guerra e nessuno ci pensa più. Nel dopoguerra l’attività riprende e il luogo vive un nuovo slancio soprattutto alla fine degli anni Settanta, quando la Casa viene gestita da artisti di fama internazionale come Luciano Fabro, Hidetoshi Nagasawa e la critica e storica dell’arte Jole De Sanna. Saltiamo qualche decennio e arriviamo al 2007, quando la casa viene sgomberata e quindi messa in sicurezza a causa delle condizioni di precarietà strutturale in cui versava. Nel 2015 inizia il percorso di riqualificazione dell’edificio, che ha reso lo spazio ciò che è oggi.

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E cos'è oggi? Oggi è un centro di residenza, produzione e fruizione aperto alla città, ma anche un luogo di incontro, creazione e riflessione per sostenere la pratica degli artisti nell’ambito delle arti visive, performative, sonore, digitali, applicate, del cinema, della fotografia, della letteratura e del pensiero. Uno spazio bello grandino eh: 1250 mq su tre piani, 11 atelier destinati al lavoro degli artisti, uno spazio espositivo al pianterreno aperto al pubblico, un bistrot, uno spazio esterno affacciato sul verde, insomma un posto figo.

Ma vi abbiamo detto - no? - che nel 2015 è partita la riqualificazione, giusto? Ecco, volete sapere quando c'è stata l'inaugurazione? Il 1 febbraio 2020. Tempo pochissimo, e il mondo si sarebbe chiuso in se stesso a causa di una pandemia. Cosa ha significato questo per la Casa? Lo abbiamo chiesto a Christian Gangitano, co-fondatore e membro dell'ATS Casa degli Artisti. "È stata una festa memorabile e abbiamo messo tanta energia per la riapertura, hanno risposto centinaia di cittadini e molti artisti. Poi vedere tutto chiuso dopo pochi giorni è stato un duro colpo ma non ci siamo persi d'animo. Siamo sopravvissuti con un crowdfunding "arte bene comune" dove grazie alle donazioni di molti e ai rewards che davamo in cambio, opere date dagli artisti che ci hanno sostenuto e all'endorsement di diversi personaggi dello spettacolo e della cultura, abbiamo potuto mantenere viva l'attività, anche online e coprire i costi fissi che non sono pochi e dovevamo comunque pagare".

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Ora vai con una serie di domande da totale ignorante dell'argomento: come funziona la Casa in quanto "residenza"? Come scegliete gli artisti che vi risiederanno, e per quanto tempo possono rimanere? Oltre all'atelier è prevista una vera e propria "casa"? "Residenza ovviamente non vuol dire 'dormirci' o alloggiare, ma un luogo (11 atelier open space, su due piani) per creare e realizzare progetti  e opere d'arte di diverse discipline (arti figurative, installazioni, performance, arti applicate, urban art, poesia, musica) mostrati e presentati direttamente da noi. Alla Casa interessa il processo di creazione dell'opera, grazie alla formula di "open studio" o "studio visit" le persone e gli addetti ai lavori possono vedere in alcuni momenti specifici l'artista all'opera mentre crea e condivide i risultati del suo percorso.
Si rimane alla Casa per residenze "brevi" anche di un mese in appoggio a progetti di valore o realizzati in partnership oppure solitamente per 3 mesi. Si accede per merito, ovvero su apposite OPEN CALL tematiche, coordinatie e curate da nomi di spessore (si applica come in un bando), che lanciamo ciclicamente sui nostri social e sito, oppure su invito se si tratta di "Maestri" o di proposte che rispondono ai criteri selezionati dal nostro board direttivo, in base a diverse tematiche e temi di attualità e al valore artistico della proposta".

Se vi mettete a sfogliare un po' l'elenco di artisti che sono passati dalla Casa, ci troverete anche figure molto pop come Ghemon e La rappresentante di lista. Ma, in generale, colpisce la grande varietà del mondo artistico che si muove qui: produttori discografici, curatori, ricercatori, registi, poeti, dj. "La Casa è infatti 'la Casa di tutte le arti', il nostro progetto guida si chiama CROSS e la sinergia tra diversi esponenti di mondi, linguaggi e culture è la nostra attenzione principale. Spesso si sono create interazioni tra artisti di diverse discipline, connessioni. Grandi nomi  e creativi di varia  natura hanno le loro opere creato alla Casa e sono i nostri migliori "ambassador", per lavorare in libertà e con spazi luminosi e adatti, in pieno centro a Milano, non facili da trovare. 

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Ma quindi cosa rappresenta la Casa degli Artisti per Milano? "Un centro di produzione per l'arte e la cultura, ma anche uno dei pochi spazi per fare e vivere l'arte rimasti in zona Brera-Garibaldi, prima una zona popolare e in fermento oggi "gentrificata" e commerciale. Dal 1910 è sempre stato luogo di creazione  e produzione di opere, ritrovo e atelier di artisti, oggi vogliamo continuare questo percorso che ne preserva l'identità e la destinazione d'uso originaria".

Siete presi bene? Vi abbiamo gasato? Ecco allora, questa è per voi: volete sapere in che modo il pubblico può partecipare alla vita e agli eventi della Casa? "Abbiamo una pagina instagram sempre aggiornata e il sito dove ci si può anche iscrivere alla newsletter, siamo sempre aperti al pubblico dal martedi alla domenica, anche con un ottimo bistrò, l'accesso è sempre gratuito (tranne rare eccezioni), e tutti e tutte sono  benvenuti.

Yeppa!

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