Cari Imbruttiti, eccoci di nuovo a commentare - a modo nostro - il Festival di Sanremo. Come vecchie zabette al bar, davanti ad un caffé, o dal parrucchiere, anche oggi abbiamo un bel po' di cose da dire sui protagonisti dell'italica kermesse.
Il Tre
Voto: tenero
Oh! Finalmente uno che non dà i fiori al direttore d'orchestra per guadagnare punti al FantaSanremo, ma corre a darli alla mamma seduta tra il pubblico. Italiano vero.
Maninni
Voto: ci sta
La prima sera ha cantato a notte fonda, la seconda sera l'abbiamo scambiato per un attore di Mare Fuori, alla terza finalmente abbiamo scoperto che è uno dei big in gara. Oh, comunque la canzone ci sta dentro, classico pezzone sanremese con tutti i crismi: come direbbero le nostre mamme, "orecchiabile".
Teresa Mannino
Voto: comparsa
Dopo due presenze rassicuranti e precise (Mengoni e Giorgia), ecco la quota imprevisto che fa simpatia. Irriverente e disordinata, ha il merito di togliere un po' di sicurezza ad Amadeus e di provare a rompere un po' gli schemi. Almeno, finché c'è. E infatti la fanno sparire per quasi metà Festival. Sprecata.
Mr. Rain
Voto: scenografico
Il significato della canzone è profondo e doloroso, non ce la sentiamo di caz*eggiarci troppo su. Però, visto che siam qui, approfittiamo per dare qualche suggerimento scenografico per i prossimi Sanremo: dopo il coro di bambini e le altalene, potrebbero starci bene mongolfiere, cavalli a dondolo e vasche con le palline. Se non all'Ariston, sicuro a C'è Posta per Te.
Rose Villain
Voto: popstar
Bella è bella, brava è brava, sul palco si muove bene, fa la romantica e dopo due secondi ti spara fuori un lato più tamarro che spiazza. All'Eurovision sarebbe perfetta, tanto più che la nostra Rosa è già molto international: peccato che al momento non compaia in nessuna classifica sanremese. Non ve la meritate.
Alessandra Amoroso
Voto: no, anzi sì
Il sound super sanremese incontra il tipico piglio Amoroso, e il risultato sono urla e struggimenti. Al primo ascolto il pezzo era un categorico "oddio no" al secondo siamo sul "bè, però...". Fattibile che sabato staremo in fissa a televotarla. Inspiegabile.
Gianni Morandi
Voto: io sono leggenda
Gianni sta bene su tutto, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Sai che come lo piazzi, spacchi. Ecco perché viene chiamato come ospite per nessuna ragione, sceglie a caso una tra le sue milioni di hit, manda in visibilio il pubblico e poi se ne va, lasciandoci sudati, confusi e felici. Divino.
Ricchi e poveri
Voto: infinito
Diciamolo tutti insieme: finalmente, caz*o! In un Festival in cui tutti si vestono di nero (anche basta), il kitsch dei Ricchi e Poveri, in rosa, piume e paillettes, finisce per essere rivoluzionario. La canzone è psichedelica: ascoltarla e guardare Angela fisso per due minuti vale come farsi un acido. Experience.
Russell Crowe
Voto: gladiatore
Russell Crowe che percula John Travolta per la storia del Ballo del qua qua è stata la cosa più grandiosa vista in questa edizione del Festival di Sanremo. Va detto, però, che dopo la figura di merda fatta ieri, con il buon Russell si è corsi ai ripari: e allora vai di esibizione, battute e intervista profondissima. Che paraculi.
Angelina Mango
Voto: anche meno
Ok, wow, brava. È nata tipo ieri ma tiene il palco meglio di certe vecchie glorie. La canna c'è, il movimento pure. Il pezzo è interessante però dai, onesti, non memorabile. Eppure, è circondata da un hype clamoroso e c'è un botto di gente che la vorrebbe addirittura vincitrice. Un po' too much.
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