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Fermi tutti, abbiamo una notizia pazzesca da darvi. Una roba alla quale non crederete mai, davvero siamo ancora scioccati: Milano è la città più cara per affittare casa.

Ok, stavamo scherzando, ovvio che non siamo sorpresi. Cioè, la notizia vera sarebbe stata - bo - che Potenza supera Milano come city più cara. Invece no, solita solfa. Quindi questo aggiornamento è necessario giusto per farvi sapere che ad oggi non è ancora cambiato un caz*o. Le ultime rilevazioni di Tecnocasa, riferite al primo semestre 2023, fanno sapere che in generale - e quindi in tutta Italia - i canoni sono in rialzo rispetto allo stesso periodo del 2022, anche se a tassi inferiori rispetto al semestre precedente: +3,4% per i monolocali, + 3,0% per i bilocali e +3,2% per i trilocali. Non benissimo per chi sta cercando casa.

Nei capoluoghi di provincia gli affitti crescono come la torta di mele appena infornata: +2,3% i monolocali, +2,5% i bilocali e +2,9% per i trilocali. I rialzi maggiori si segnalano soprattutto a Bari, Napoli e Verona, dove si ricorre maggiormente agli affitti brevi. Ma, parlando di canoni medi mensili, è Milano la città più cara, ancora una volta. Qui se puntate ad un monolocale potete sperare di trovare qualcosa a 775 euro, se poi fate gli sboroni e cercate un bilo, difficilmente spenderete meno di 1.068 euro; per i trilocali arriviamo a 1.453 euro, quindi ho c'avete i soldi o vi tocca condividere.

Poi ovvio raga, dipende sempre dalla zona. Se cercate un monolocale in una zona centrale di Milano tipo Cadorna, City Life, Corso Genova, Magenza, Garibaldi, Porta Nuova, Crocetta, Brera-San Babila, Sempione e Ticinese ci vogliono indicativamente 1120 euro al mese. Se poi ambite al bilo, qui vi serviranno tipo 1800 euro: oddio, più conveniente Porta Romana-Crocetta rispetto alla media dei 2800 euro di Garibaldi-Moscova. WTF. Per un trilo centrale raga vi serviranno almeno 3k se rimanete in zona Corso Genova, ma se avete i soldi potete pure puntare ai 4500 euro al mese richiesti in Garibaldi e in zona San Babila-Brera. Comunque spendere "poco" non è mica impossibile eh. Chiaro, tocca accontentarsi. E molto. Tipo, prendere in affitto un monolocale a Villapizzone vi porterebbe via giusto 450 euro al mese, 600 per due stanze e 750 per il trilocale. Fattibile dai. Certo, parliamo di Villapizzone. Se non avete problemi ad accontentarvi puntate tutto su Ponte Lambro, perché qui trovate monolocali pure a 400 euro.

"Dopo il calo importante dei valori registrato nel 2020 a causa della diminuita domanda e aumentata offerta scaturite dalla pandemia, continua l’andamento positivo iniziato nel 2015" ha commentato Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, come riportato da Wall Street Italia. "Il mercato lamenta una preoccupante carenza di immobili dovuta al fatto che molti di essi sono stati affittati con contratti di lungo periodo durante la pandemia. Numerosi proprietari preferiscono gli short rent temendo un'eventuale morosità degli inquilini. Desiderano anche assicurarsi la possibilità di rientrare in possesso dell'immobile. A contribuire al rialzo dei valori anche l’inflazione e l’aumento della domanda alimentata da chi ha difficoltà di accesso al credito". Insomma, il solito problema di Beppe Sala, che sta cercando di ridurre gli appartamenti in affitto breve (Airbnb, per intenderci) nella speranza di rimettere i circolo un po' di dimore per chi sta cercando una soluzione che non lo obblighi a vendere un rene. Senza grande successo.

Ma chi è che - oggi - cerca casa?

Lo studio ci fa sapere che nel primo semestre del 2023 il 70,1% ha cercato casa in affitto per necessità, quindi perché doveva piazzarsi lì a vivere. Crescono un botto i contratti stipulati da chi cerca per motivi di studio (da 3,8% a 5%), mentre aumentano ma di pochissimo gli affitti stipulati per motivi di lavoro (da 25% a 24,9%). Nella prima parte del 2023 a cercare e poi affittare casa sono stati soprattutto i giovani, dai 18 e 34 anni (45,5%), in leggero aumento rispetto al 44,3% dell’anno scorso. Per quanto riguarda il tipo di contratto, i dati segnalano un aumento di quelli a canone transitorio, che dal 20,7 passano al 25,4%, ma continua a tenere il canone concordato.

 

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