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Siamo stati alla prima Sagra degli insetti (quelli da mangiare) e no, non è stato strano

Abbiamo partecipato alla prima sagra dedicata a grilli, larve e compagnia bella, tutti trasformati in cibo. Pasta, burger e persino dolci. Ecco com'è andata.

Qualche giorno fa abbiamo ricevuto un invito curioso, quello per la prima Sagra degli Insetti d’Italia. No, non insetti da ammirare, tipo allo zoo. Proprio quelli da mangiare, ma nemmeno robe strane tipo locuste croccanti a dimensione naturale… caz*o stiamo, a Pechino Express? No, parliamo di insetti armoniosamente inseriti nella farina e persino negli hamburger, che ad assaggiarli non lo diresti mai, ma a saperlo fa sempre un po’ strano. Perché?

Semplicemente perché non siamo abituati, that’s it.

L’invito per questa prima sagra era riservato a giornalisti e creator, organizzato da Small Giants, brand italiano che sviluppa e commercializza
snack, pasta e sostituti della carne a base di farine di insetti. Un modo, palese, per cominciare a parlare e a rendere normale un tema che giocoforza nel futuro dovrà esserlo sempre di più, ma che – in Italia – è ancora piuttosto divisivo.

Sagra degli insetti, il menù

Non eravamo certo lì per cazzeggiare, abbiamo provato tutto quello che c’era da provare. Ma vediamo il menù:

Primo: Fusilli proteici con farina di grillo con sugo alla trapanese. Commento: presente la pasta integrale? Ecco. Same. Non particolarmente saporita, ma nonavevo alcun sentore di grillo. Anche perché, quale sarebbe il “sentore di grillo”?

Secondo: Burger di larve gialle con accompagnamento di cetriolini, pomodoro, insalata, maio vegana e cipolle rosse di tropea caramellate. Commento: buono, ricorda nel gusto i burger veg che a loro volta non stridono nel confronto col classico manzo. I carnivori impenitenti non lo accetteranno ma raga… è così. 

Dessert: Mele aromatizzate alla cannella con uvetta e crumble di Frollini. Commento: promessa mantenuta, sapevano esattamente di mele e crumble di frollini, che se vi piace la combo siete a cavallo.

burgerdilarvegialle02.jpg

Sagra degli insetti, l’intervista

Già che c’eravamo, abbiamo beccato Francesco Majno, cofondatore di Small Giants, e gli abbiamo fatto qualche domanda in merito al business dei prodotti a base di insetti. Perché ci sono tanti ottimi motivi per sostenere questo mercato, eppure – come anticipato – in Italia ci sono ancora un botto di pregiudizi. Insomma… commerciando prodotti con gli insetti, si fattura bene? “Per noi in termini di guadagno sta andando molto bene – ci ha risposto Majno – il problema è che stiamo trainando un po’ il settore, ci piacerebbe ci fossero molte altre realtà pronte a soddisfare una domanda decisamente elevata. C’è una enorme curiosità, la risposta dei consumatori è ottima. Il problema è che in giro ci sono pochi prodotti. Ma quindi il pregiudizio esiste? Sì, ma non così tanto come sembrerebbe dai commenti disgustati che spesso fioccano riguardo a questi temi. “Noi percepiamo molto interesse, curiosità ed entusiasmo da parte dei clienti. Noi per lo più facciamo prodotti a base di farina di grillo, ma ci siamo lanciati anche su alimenti più crazy come gli insetti interi, che sono diventati tra i nostri prodotti più venduti.

Sfatiamo qualche mito

Partiamo da chi dice “bleah, gli insetti sono disgustosi“. Ok, bellissimi in effetti non sono ma, come conferma Majno, ci cibiamo tranquillamente di certi pesci che proprio “belli belli in modo assurdo” non sono.

A chi dice invece che gli insetti “portano malattie e non sono nutrienti“, Majno risponde sicuro. “Niente di più sbagliato, la farina di grillo ha un contenuto proteico maggiore della carne rossa, un contenuto di vitabina B12 superiore alla carne rossa, ha più ferro degli spinaci, più calcio del latte e persino più potassio delle banane. Esiste un altro alimento così? La fonte, autorevole, è lo USDA – U.S. Department of Agriculture – Agricultural Research Service, giusto per precisare.

E a chi dice che allevare insetti non fa bene all’ambiente, arriva puntuale la replica. “Un terzo della terra coltivabile del pianeta è utilizzato per la coltivazione di mangimi e il pascolo del bestiame. La produzione animale globale richiede circa 2422 Gm3 (un gigametro equivale a un miliardo di metri) di acqua all’anno, un terzo di questo volume è destinato al settore dei bovini da carne (fonte: Food and Agriculture Organization of the United Nations; Oonincx et al., 2010). I grilli, invece, producono meno dello 0,1% dei gas serra prodotti dalle mucche e la riduzione è drastica anche nel caso di risorse, energia e mangimi. Non solo: rispetto ai bovini, i grilli richiedono solo il 20% dell’acqua necessaria per produrre la stessa quantità di proteine.

Gli insetti saranno quindi il cibo del futuro? Il pianeta, di sicuro, lo spera.

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