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Questo autunno Milano ha toccato l’apice per gli affitti: se volete un appartamento da 70 metri quadri, che poi è un bilo o un micro trilo, preparatevi a sborsare come canone medio 1.625 euro al mese, il massimo storico. Come riportato da Immobiliare.it, solo cinque anni fa il prezzo medio era "appena" 1.330 euro, quindi capirete facile che c'è stato un aumento notevole, precisamente del 22,2%.

Uno dice: e allora me ne vado in periferia. Eh no! La situazione qui è ancora più crazy. Prendete la Barona: il prezzo medio in zona è salito del 29,7%, passando da 1.099 a 1.425 euro. In Corvetto non ne parliamo, +37,9%, da 1.050 a 1.448 euro. E alla Bovisa siamo a +29,5%, con un salto da 1.078 a 1.396 euro. Morale, affittare in città è diventato peggio che trovare un parcheggio in Brera, e anche in periferia ormai si parla di cifre piuttosto proibitive.

Milano e agli affitti da record, i motivi

C’è da dire che il costo dell’affitto è sempre legato al valore di mercato degli immobili: con il prezzo delle case in aumento tra il 20 e il 30% in cinque anni, anche l’affitto non poteva che seguire la stessa wave verso l’alto. A complicare il tutto ci si mette pure la riduzione dell’offerta di case in affitto a lungo termine: tanti proprietari preferiscono formule di locazione transitoria – esempio: affittare agli studenti universitari fuori sede – così da evitare il rischio di inquilini che non pagano.

E gli affitti brevi? C’entrano poco: secondo le statistiche, gli appartamenti destinati a questo uso a Milano rappresentano meno dell’1% del totale delle abitazioni, quindi l’impatto è minimo. Un’opzione che potrebbe presentarsi nei prossimi mesi è quella dei contratti a canone concordato, più vantaggiosi per gli inquilini e con un meccanismo di calcolo dei prezzi che è stato rivisto da poco. In realtà, non sono ancora così diffusi, ma il trend è in crescita, – e per chi vuole restare in città senza andare in bancarotta, potrebbero essere una delle poche soluzioni davvero fattibili.

 

Autrice: Francesca Tortini

 

 

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