Heeello, raga! Questo pomeriggio grigio di gennaio che sembra uscito da un film inglese di Ken Loach, mi ha fatto venire una voglia matta di parlare del Barbour. Sì, proprio lui, il re delle giacche cerate che ha fatto impazzire tutti, dai pescatori di South Shields ai reali inglesi. Il must-have per ogni milanese imbruttito che si rispetti. Ma perché parlare - proprio ora - del Barbour!? Beh, per prima cosa perché ce l'avete tutti (anche farlocco) e poi perchè sta vivendo un periodo d’oro che manco nei sogni più sfrenati. Pensate che quest’anno, per festeggiare i suoi 130 anni, ha tirato fuori dal cilindro una collezione in edizione limitata con 5 capi che rivisitano pezzi d'archivio leggendari.
Riavvolgiamo un attimino il nastro e partiamo dal principio: il Barbour nasce nel 1894 come umile capo da lavoro per pescatori e scaricatori di porto, ma fa il botto solo nel 1980 quando appare su un catalogo (il bis-nonno di Instagram) una foto che ritrae una coppia chic con stivali Wellington, coppola e Barbour, che passeggia in campagna con un Jack Russell: e BOOM! La giacca cerata diventa il simbolo del relax fuori porta dei ricchi professionisti di città.
Da allora ne è passata di cera sotto i ponti e ogni volta che ho pensato di comprarne uno, mi sono arenata su una semplice domanda: "Ma quanti f**a di modelli ci sono!?". La riposta è altrettanto semplice: un'infinità, raga! Certo, se partiamo dai classici, pensiamo subito al Beaufort e al Bedale. Ma poi ci sono gli altrettanto celebri Border, Northumbria, Durham e chi più ne ha più ne metta.
Per non parlare delle collaborazioni con stilisti famosi, dei modelli vintage che trovi solo nei mercatini più chic... E ora ci mancavano pure 'sti 5 nuovi modelli in edizione limitata, con dettagli dorati e foderati con tartan Dress Gordon. Roba da veri intenditori, mica per tutti. Ma ora andiamo al sodo, che a noi - si sa - piace parlare di numeri, mica di chiacchiere: nell'ultimo esercizio fiscale, il Barbour ha registrato un giro d'affari di 343,1 milioni di sterline, in aumento rispetto ai 286,5 milioni dell'anno precedente. Però attenzione, l'utile operativo è sceso da 40,3 a 34,3 milioni di sterline, e il margine operativo lordo è calato da 40,5 a 36,3 milioni. Anche i profitti netti sono in flessione, passando da 33,8 a 28,1 milioni di sterline. Insomma, un andamento a due velocità: le vendite salgono, ma i margini scendono. L'azienda ha fatto sapere che questi risultati dimostrano la resilienza del marchio, nonostante le difficoltà del mercato. E poi, pare che per ora non abbiano aumentato i prezzi nonostante l'incremento dei costi. Chapeau!
E niente, raga, allo scoccare dei suoi 130 anni di storia mi chiedo se prima o poi me lo comprerò pure io un Barbour per potermi finalmente sentire un membro della famiglia reale in The Crown, ma senza dover sopportare tutti quei drammi di palazzo. Cheers!
Cover: Barbour
Autrice: Valentina Viti
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