Oh, raga, qui si fa la storia: il 13 gennaio 2025, Intesa Sanpaolo ha deciso di mollare un milione di euro per comprare 11 bitcoin. Sì, avete capito bene: la banca si è lanciata sulle cripto come un giovane trader a Wall Street. Questa è la prima volta in assoluto che una banca italiana si lega alle criptovalute. E come lo scopriamo? Non da un comunicato stampa fighetto, ma da uno screenshot beccato su 4Chan, sì, quella piattaforma losca dove si trovano meme, leak e altre amenità. La conferma è poi arrivata dal consigliere delegato e ad Carlo Messina, parlando a margine della presentazione del rinnovo dell'accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria su transizione 5.0 e intelligenza artificiale. "Non dovrebbe stupire se facciamo quello che fanno tutte le altre banche nel mondo. Peraltro sono importi limitatissimi, perché abbiamo 100 miliardi di euro di portafoglio titoli, quindi un milione di euro è un esperimento, è un test".
Per la serie: "Quanto clamore per nulla".
Ma torniamo ai fatti: il 13 gennaio, secondo le email scambiate dai boss di Intesa, i bitcoin sono stati presi di mattina presto. Valore dell’operazione? Circa un milione di euro, con il prezzo del bitcoin che quel giorno oscillava tra 88.496 e 93.130 euro. Pare che il team abbia puntato a un prezzo tra 89mila e 91mila. Roba da manuale del piccolo investitore. E chi c’era dietro a questa mossa epica? Un certo Niccolò Bardoscia, che non è proprio l’ultimo della fila: curriculum da trader a Londra, ex CEO di una startup, e ora capo della divisione digital assets di Intesa. È stato lui a firmare l’email trionfale: "Al 13 gennaio 2025, Intesa Sanpaolo possiede 11 bitcoin. Grazie a tutti per il lavoro di squadra." Roba che manco al Grande Fratello c’è così tanta suspence.
Non che noi si guardi il GF eh, dicevamo per dire.
Ma perché Intesa ha deciso di buttarsi sulle cripto proprio adesso? Mistero. L’operazione non sembra essere stata studiata per fare clamore, anche se il leak su 4Chan ha sparso la voce ovunque. Finora, nessun’altra banca aveva osato tanto. La prudenza regnava sovrana, guidata dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che non ha mai nascosto il suo disprezzo per bitcoin e compagnia bella. Ma ora che Intesa si è buttata nella mischia, chissà se qualcun altro seguirà l’esempio. "Però – ha precisato Messina – permettetemi di ribadire che io stesso personalmente lo ritengo una forma di investimento che deve essere riservata a operatori istituzionali e a clienti veramente con grandissima professionalità e grandissime skill. Io stesso non investo in Bitcoin".
Insomma, "non fatelo a casa".
Sarà una strategia di lungo termine o solo una botta di hype? E noi, intanto, restiamo a guardare, con un occhio al portafoglio (digitale).
Intesa compra bitcoin, a noi cosa cambia
Interessanti le valutazioni del sito Criptovaluta.it, che ragiona sulle possibili conseguenze di questa mossa. In Italia in generale non c'è grande entusiasmo nei confronti di bitcoin e amici: lo stesso Antonio Patuelli, attuale presidente dell'Associazione Bancaria Italiana, ha aspramente criticato il mondo crypto, dichiarandosi a favore della tassazione al 42% poi saltata in sede di Legge di Bilancio. Sarà difficile, adesso, mantenersi così rigidi se anche la più grande banca italiana ha deciso di buttarsi sui bitcoin. Questa, suggeriscono dal sito, potrebbe quindi essere un'importantissima azione sponsor del settore, che potrebbe - why not - portare a catena tante altre novità. We'll see.
Autrice: Francesca Tortini
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