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Milano è la capitale dell’arte del futuro, e se lo dice il Financial Times ci crediamo

Attiriamo la riccanza, ci sono le Olimpiadi e Brera è tanta roba.

Milano si sta per conquistare il titolo di capitale dell’arte europea. Non è che lo diciamo noi dopo un Negroni al bar, eh. Questa volta il timbro ufficiale arriva nientepopodimeno che dal Financial Times.  La frase che ha fatto il giro del mondo? L’ha sparata Thaddaeus Ropac – sì, proprio quello che sta aprendo la sua galleria top a Palazzo Belgioioso – e dice più o meno così: “Roma? Bella, certo, ma non ha l’energia di Milano”. Tradotto: la Capitale ha i monumenti, ma Milano ha il turbo. E sarà pure “Hotspot dell’arte europea”.

Qui non si parla solo di quadri e statue, ma di soldoni. La Brexit ha fatto un disastro a Londra? Milano ne approfitta alla grande. Il regime fiscale britannico ha detto addio ai super-sconti per i ricconi? L’Italia li accoglie a braccia aperte: “100mila euro di tassa fissa sui redditi esteri, o 200mila se sei un nuovo residente”. Che vuol dire? Che chi ha il portafoglio bello gonfio prende e viene qui. Immaginate il tipico inglese con il cappello da lord, che ora invece sfreccia in bici tra i Navigli e si compra un loft in Brera. Certo, non basta qualche sterlina per diventare milanesi veri, ma intanto i danè entrano e il mercato dell’arte cresce.

E come se non bastasse, tra poco arrivano pure le Olimpiadi invernali. Che dite, ci fermiamo agli impianti sportivi? Ma va! Questi eventi sono tipo una bacchetta magica: ti sistemano le infrastrutture, ti rilanciano l’immagine e ti pompano il PIL. Guardate Parigi: dopo i Giochi è diventata ancora più top.

E poi c’è lei, la ciliegina sulla torta: la Grande Brera, che ha fatto prendere benissimo quelli del FT. Con Palazzo Citterio finalmente operativo, stiamo creando un polo culturale che farà impallidire mezzo mondo. Non è un caso che il New York Times ci abbia messi tra le 52 città da visitare nel 2025.

Insomma, due begli endorsement, non c’è che dire.

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