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Lifestyle
vinted

Dove si trova la Lituania? Da qualche parte su nel nord direte voi. E ci sta non saperla collocare con precisione, non è proprio tra i luoghi che ti tengono sveglia la notte. Eppure, in milioni comprano e vendono abitualmente dal suo unicorno bianco. Parliamo di Vinted, uno dei marketplace più grandi d’Europa che ogni giorno vede trattative, anche piuttosto accese, per la compravendita di vestiti e accessori di seconda mano. Ok non solo, ma quello è il pezzo forte.

Ma passo indietro.

Che ci azzeccano gli unicorni in tutto ciò? Oltre a popolare i libri fantasy, questi graziosi cavallini con il corno in mezzo alla fronte sono conosciuti nel mondo finanziario come società tecnologiche valutate oltre il miliardo. Non proprio da tutti. E Vinted ha raggiunto questo status nel 2019, quando ha raccolto 140 milioni di dollari di entrate e una valutazione di 1,1 miliardi.

Qualcuno ha idea di quanti zeri sono??

Mica male per una piattaforma nata durante una festa di ventenni. L’ideatrice di Vinted, Milda Mitkute, ha portato il concetto di decluttering a un livello imbruttito fuori scala. Lei e il suo amico Justas Janauskas hanno ben pensato di creare un sito per alleggerire Milda, che da Kaunas si stava trasferendo a Vilnius, dalle vagonate di vestiti che non poteva portare con sé nel trasloco. E magari fare un po’ di cassa. Considerato l’interesse suscitato tra amici e conoscenti quello di Milda doveva essere il guardaroba di una Paris Hilton baltica. La cassa però è un po' meno, anzi molto meno, del previsto. Nata infatti come piattaforma free, nonostante la crescita a bomba di iscritti e il passaggio oltre confine in Germania, Milda e Justas pagano a fatica l’hosting dei server.

Nel 2011 arriva quindi il terzo moschettiere dell’operazione, Mantas Mikuckas, uomo d’affari lituano, che costituisce una vera e propria società e porta un po’ di liquidità grazie al lancio dell’app. E per un po' funziona, ma più persone si iscrivono, più paesi aderiscono e più tornano i vecchi problemi. Investitori da diverse parti del mondo fanno entrare quasi 60 milioni in Vinted, conquistati dalla popolarità della piattaforma, ma sono quasi tutti a fondo perso. Che fare?

Nel 2014 si tenta una mossa azzardata, puntare su una commissione di vendita del 20% come fa il competitor Poshmark. Apriti cielo! Rivolta degli utenti, che incazzati neri fanno crollare il traffico sul sito. Vinted è a un bivio. Uscire di scena o tentare un ultimo colpo. Nel 2016 si unisce al quadro Thomas Plantenga (e scusate ma io continuo a leggerlo plantageneto e pensare a re Artù). Il Thomas entra con la leggerezza di un Gattuso sulle caviglie avversarie: chiude la maggior parte degli uffici Vinted fuori dalla Lituania, taglia metà del personale e i salari del 75%. Buongiornissimo anche a te.

Ma la sua terapia shock funziona. Iniziano a bilanciarsi entrate e spese, con le commissioni tenute tra i 70 centesimi fino al massimo all’8%, mentre i costi sono abbattuti delegando agli utenti le operazioni di smistamento, elenco e spedizione. E Vinted risorge. Alla fine, tutti sanno che il sangue dell’unicorno ti tiene in vita anche a pochi passi dalla morte (vi prego qualcuno colga la citazione di Harry Potter please).

Con 105 milioni di utenti, 22 mercati e circa 500 milioni di oggetti in vendita, Vinted arriva a fatturare 596 milioni di euro nel 2023, con un incremento del 61% rispetto all’anno precedente. Finita qui? Ma neanche per sogno. Plantenga, che nel frattempo è diventato CEO dell’azienda, fa sapere a fine 2024 dell’ingresso di nuovi investitori, un nome tra tutti Tpg Tech Adjacencies, divisione del colosso del private equity Tpg, che investe nel settore tecnologico (ve l’ho semplificata, per maggiori info googlate). Un’operazione che porta nelle casse di Vinted 340 milioni e fa schizzare il suo valore a 5 miliardi. Ora però guardate dove si colloca la Lituania, potrebbe tornare utile per mandare un cv.

O almeno per partecipare a una festa. Sì sa mai che può succedere. 

 

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