Chiudi video
close adblock Il Milanese Imbruttito

Disabilita l'adblock

Ué grandissimo! Ti piace leggere i nostri articoli?
Allora non fare il giargiana, disabilita l’adblock
(così fai girare l’economia, taaac)!

close adblock Il Milanese Imbruttito

Ti ho beccato Giargiana!

Disabilita l’adblock (così fai girare l’economia, taaac)!

Ok

Lifestyle
colleghi

Sappiamo tutti quanto possa essere stressante la vita lavorativa: scadenze, riunioni infinite e quella macchinetta del caffè che sembra sempre guasta nel momento del bisogno. Ma c'è una cosa che, secondo una recente indagine di Randstad, sembra rendere tutto più sopportabile: il senso di comunità tra colleghi. Awww. Pare infatti che l'89% degli italiani ritenga che una forte coesione con i propri compagni di scrivania aumenti la produttività e migliori il benessere mentale.

L'ufficio come seconda casa?

Secondo lo studio, l'87% dei lavoratori italiani vorrebbe che il posto di lavoro fosse una sorta di comunità. E non parliamo solo di condividere il pranzo o fare due chiacchiere alla macchinetta del caffè, ma di creare legami profondi che vanno oltre le mura dell'ufficio. In effetti, il 76% degli intervistati ha dichiarato di aver stretto amicizie durature con i colleghi, e l'85% ritiene che queste relazioni abbiano avuto un impatto positivo anche nella vita personale. 

Del resto oh, se passiamo ore ogni giorno nello stesso posto, il minimo che si può desiderare è di trascorrerle insieme a degli amici.

Il dilemma dello smart working

Ma cosa succede quando il lavoro da remoto entra in gioco? L'84% degli italiani sostiene che sia più facile costruire relazioni solide lavorando in ufficio piuttosto che da casa. Eppure, dopo aver assaporato la libertà dello smart working, un terzo dei lavoratori sarebbe pronto a lasciare il proprio impiego se venisse richiesto di tornare in ufficio a tempo pieno. Quindi, da un lato desideriamo la comunità e la socializzazione, dall'altro però non vogliamo rinunciare alla flessibilità del lavoro da remoto. Cioè amici amici, amici un caz*o.

Il ruolo del welfare aziendale

Le aziende stanno cercando di rispondere a queste esigenze investendo in programmi di welfare aziendale che promuovano la socialità e il benessere dei dipendenti. Eventi di team building, corsi di formazione collettivi e spazi condivisi ben progettati sono solo alcune delle iniziative messe in campo per rafforzare il senso di appartenenza e migliorare l'umore dei collaboratori. Dopotutto, un dipendente felice è un dipendente produttivo. E se questo significa organizzare un aperitivo aziendale ogni tanto, chi siamo noi per lamentarci?

Conclusione: tra il dire e il fare...

In conclusione, sembra che il senso di comunità sul lavoro sia diventato un elemento fondamentale per la maggior parte degli italiani. Ma come conciliare questo desiderio con la necessità di flessibilità e autonomia che molti di noi hanno scoperto negli ultimi anni? Forse la soluzione sta nel trovare un equilibrio tra presenza in ufficio e lavoro da remoto, creando occasioni significative di interazione senza sacrificare la libertà personale. Utopia? Sicuro.

 

Seguici anche su Instagram, taaac!


Vai all'articolo precedenteIndietro
Il Milanese Imbruttito