Oh raga, se pensavate che farsi tutta la cerchia dei Bastioni all'ora di punta fosse un incubo, preparatevi: il TomTom Traffic Index 2024 ha certificato quello che tutti noi milanesi imbruttiti sospettavamo già da tempo. A Milano il traffico è una tragedia greca che manco Euripide.

Secondo l'analisi di TomTom, Milano si piazza al 67esimo posto su 500 città mondiali per congestionamento. Non male, eh? No, anzi, malissimo. In centro, per percorrere 10 km, ci vogliono 31 minuti e 26 secondi. Sì, avete letto bene.

Il traffico è aumentato del 2% rispetto al 2023, e la velocità media è scesa a 22 km/h. Che poi, 22 km/h non li fai neanche correndo a piedi, soprattutto se hai il brio dell'Imbruttito in ritardo per l'aperitivo. E l'asse più congestionato? Ovviamente quello che arriva da nord, da Monza a Milano, che ormai sembra la tangenziale di Bangkok.

Ma la ciliegina sulla torta? Nel 2024 ogni automobilista milanese ha passato in media 100 ore della sua vita in coda. Cento ore, raga! Tradotto: quattro giorni e quattro ore passati a guardare il cruscotto, ascoltare la radio e imprecando contro il tizio davanti che non sa usare la freccia. Peggio di noi, in Italia, solo Roma (103 ore) e Firenze (101 ore).

E volete sapere quale è stata la giornata più trafficata del 2024? Mercoledì 19 dicembre. Tra Natale alle porte, regali last-minute e gente che pensa ancora di poter parcheggiare gratis in centro, ci voleva mezz'ora abbondante per fare 10 km. Cioè, il 19/12 percorrere 10 chilometri a Milano richiedeva 35 minuti e 32 secondi, un terzo in più rispetto al normale. L'anno scorso, stesso tragitto è stato completato in 27 minuti e 6 secondi, +20 secondi rispetto al 2023. Palese che se questo è l'andazzo la situa continuerà a peggiorare.

Ovviamente, il bollino nero è sempre intorno alle 8 del mattino e alle 18 di sera. Manco a dirlo.

Ma attenzione, che a breve scatterà pure il divieto di circolazione per le moto più inquinanti in Area B. Da ottobre, addio alle moto Euro 0, 1 e 2. Dal 2028, pure le Euro 3. E ovviamente c'è già chi sta raccogliendo firme per un referendum contro questo divieto. Se possiamo lamentarci... facciamolo!