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Auguri a tutte le donne, che in Italia guadagnano il 20% in meno degli uomini

Siamo alle solite: le donne guadagnano meno anche se sono più istruite.

Oggi è la festa della donna, che in Italia guadagna meno del suo collega maschio.

Uh, notiziona proprio.

A confermare ciò che già sapevamo, il Rendiconto di Genere 2024 dell’INPS, secondo il quale le donne nel Bel Paese continuano a prendere meno soldi degli uomini. E non stiamo parlando di spiccioli: il gap è del 20%.

Lavoro: chi ce l’ha e chi no

Partiamo dal tasso di occupazione. Le donne lavorano meno degli uomini: 52,5% contro 70,4%. Un bel distacco di 17,9 punti percentuali. E quando le donne trovano lavoro, spesso è precario: solo il 18% delle assunzioni femminili è a tempo indeterminato, rispetto al 22,6% degli uomini. Insomma, il posto fisso per le donne è più raro di un parcheggio libero in centro il sabato sera.

Passiamo ai dindi. Le donne guadagnano meno degli uomini in quasi tutti i settori. Ecco qualche esempio che fa incazzare.

– Manifatturiero: -20%
– Commercio: -23,7%
– Servizi di alloggio e ristorazione: -16,3%
– Attività finanziarie e assicurative: -32,1%

In pratica, le donne si fanno lo stesso mazzo degli uomini, ma portano a casa meno grana. E questo si riflette anche sulle pensioni: le donne percepiscono in media 989 euro al mese, contro i 1.897 euro degli uomini. Un bel 47% in meno.

Carriera: il soffitto di cristallo è ancora lì

E le posizioni di comando? Solo il 21% dei dirigenti è donna, e tra i quadri si arriva al 32,4%. Quindi, nonostante le donne siano spesso più istruite (il 59,9% delle lauree), scalare la gerarchia aziendale è più difficile che trovare un panettone a Ferragosto.

Ad incidere sul gap, il fatto che le donne lavorino più degli uomini in part-time. Nel 2023, il 64,4% dei lavoratori a tempo parziale era di sesso femminile e il 15,6% delle occupate ha dichiarato di essere costretta al part-time involontario, molto probabilmente per prendersi cura dei figli e della famiglia. A confermare che la cura della casa è ancora – purtroppo – una prerogativa femminile, il fatto che, nel 2023, le giornate di congedo utilizzate dalle madri sono state 14,4 milioni, contro appena 2,1 milioni da parte dei padri. 

Insomma, la strada è ancora moooolto lunga. Altroché.

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