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Fermi tutti, sono cambiate di nuovo le regole del codice della strada sulle sostanze

Ora, per beccarti la multa per droga alla guida, devono provare che la roba fa ancora effetto mentre stai al volante. Una linea che sconfessa quella "dura" di Salvini.

Allora, cerchiamo di capirci qualcosa. È spuntata una nuova circolare che – di fatto – rende un po’ più soft le nuove norme approvate lo scorso novembre sul Codice della Strada. Si tratta di una sorta di vademecum su come comportarsi alla luce della riforma, che però rivede un po’ l’impostazone iniziale del ministero dei Trasporti in merito alla questione “droga al volante”.

Per farla breve: se inizialmente le sanzioni volute dal ministro Salvini riguardavano tutti quelli a cui venivano trovate sostanze in corpo, pure se l’assunzione era avvenuta una settimana prima, adesso non è più così. Ora, per beccarti la multa per droga alla guida, devono provare che la roba fa ancora effetto mentre stai al volante. Quindi, se ti sei fatto una canna due sere fa e sei pulito come una sala riunioni alle 7 di mattina, la patente non te la possono più sospendere.

La svolta arriva da una circolare congiunta dei ministeri dell’Interno e della Salute datata 11 aprile 2024, indirizzata a prefetture e forze dell’ordine, che – detto in parole povere – sconfessa la linea dura del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Quella che prevedeva multe anche se sei positivo a distanza di giorni, fregandosene del fatto che fossi effettivamente “fatto” al momento della guida. Roba che aveva fatto saltare sulla sedia mezzo mondo, dagli avvocati penalisti ai gruppi antiproibizionisti.

Cosa cambia davvero?

Prima bastava risultare positivi a un test – anche a distanza di giorni – per finire nei casini. Ora invece serve la prova che la sostanza stesse ancora agendo sull’organismo mentre guidavi. Fine dei processi per chi aveva fumato una settimana prima.

La circolare spiega chiaramente che:

. serve un test salivare sul posto, come screening iniziale.
. se è positivo, vanno prelevati due campioni di saliva, conservati a 4 gradi (no congelamento).
. i campioni vengono poi mandati in laboratorio per le analisi di secondo livello.
Solo se risultano metaboliti attivi (cioè sostanza ancora in azione), scatta la sanzione.
. i metaboliti inattivi (cioè segni di sostanza ormai smaltita) non bastano per beccarsi la multa. Quindi, chi assume farmaci a base di oppiacei o psicotropi per ragioni mediche può stare tranquillo: se non sei alterato, nessuno ti tocca la patente.

E le controanalisi?

Il secondo campione viene conservato a -18°C per un anno. Resta lì, pronto in caso di ricorso da parte della difesa. Una tutela in più per chi vuole dimostrare la propria innocenza.

Quindi adesso si può guidare dopo essersi fatti?

Ovvio che no. Se ti beccano che sei sotto effetto, la sanzione resta. Giustamente. Solo che ora non basta più un test positivo: devono dimostrare che sei alterato nel momento in cui sei alla guida. Come? Attraverso prove scientifiche e non più solo con il “l’ho trovato positivo e amen“.

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