
Spoiler: Londra batte tutti. Ma Milano non se la cava male. Anzi, la City si piazza al 14° posto nella classifica europea delle città più attrattive per gli studentati. Un risultato che, per una volta, non ci vede fanalino di coda.
A fare le pulci ai dati ci ha pensato Patrizia (no, non è una tipa, ma la società immobiliare da 16 miliardi di asset in gestione), che ha lanciato il primo Student City Index: una specie di pagella XXL per valutare le città europee più appetibili per chi vuole costruire dormitori deluxe per studenti che pagano quanto un trilocale in Bovisa.
Tre i parametri: demografia (cioè quanti studenti ci sono e da dove arrivano), qualità della vita e delle università, e poi il mercato, ovvero se c’è spazio per costruire senza dover vendere un rene per un permesso.
In cima alla classifica troviamo le solite big: Londra, Parigi, Berlino, Vienna e compagnia cantante. Milano? È l’unica italiana nella top-20. Roma è giù al 32°, Bologna addirittura al 73°. Però – e qui parte l’orgoglio meneghino – con altre sei città italiane segnalate come “mercati emergenti”, l’Italia inizia a fare gola agli investitori. Spoiler 2: abbiamo pochissimi posti letto rispetto alla domanda, ed è questo che attira chi vuole costruire.
Insomma, c’è fame di student housing, e Milano lo sa bene. La città attrae, ha università di livello, studenti da mezzo mondo e un’offerta abitativa studentesca che, per usare un termine tecnico, “fa acqua da tutte le parti”. Tradotto: il mercato c’è, e chi costruisce qui può far bingo.
E mentre Patrizia raccoglie un miliardo per il suo nuovo fondo immobiliare, TransEuropean Living, che investirà proprio in studentati e residenze varie, Milano si prepara a diventare ancora più internazionale. Sempre che si riesca a trovare un monolocale decente senza dover accendere un mutuo.
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