
Hai presente quando al supermercato vedete il prezzo delle ciliegie e vi parte l’embolo perché costano più del mutuo? Bene, in Giappone vi verrebbe un infarto, direttamente. Non per dire, ma lì una singola ciliegia può costare 300 euro. No, non è un refuso. Tre. Cento. Euro. A ciliegia.
La protagonista di questa follia collettiva è la Aomori Heartbeat, una varietà di ciliegia talmente esclusiva che sembra uscita da una sfilata di haute couture. L’ultima asta ha piazzato una cassettina da 15 frutti a oltre 4.000 euro. Fate voi i conti. A comprarla non è stato un collezionista di opere d’arte, ma un’azienda agricola della prefettura di Chiba che evidentemente ha i budget di Jeff Bezos.
Ma perché costano così tanto?
Prima cosa: non sono geneticamente modificate da Elon Musk, ma quasi. Le Aomori Heartbeat vengono coltivate nel nord del Giappone con una cura maniacale. Per essere vendibili, devono avere un diametro minimo di 2,8 cm e un contenuto zuccherino di almeno 20 gradi Brix (che, per chi non ha fatto l’alberghiero, vuol dire: dolcissime da far venire il diabete solo a guardarle).
Praticamente crescono ascoltando musica classica, vengono massaggiate ogni giorno e si abbronzano al sole con la crema 50. Il risultato? Un frutto perfetto, raro, che costa come un weekend a Cortina.
In Giappone la frutta è come il Rolex
Del resto nel Sol Levante, la frutta non si compra per fame, si compra per fare bella figura. È un regalo di prestigio, tipo i fiori da 100 euro al primo appuntamento, solo che qui parliamo di meloni da 10K e fragole singole da 350. Le ciliegie Aomori Heartbeat sono considerate uno status symbol e quindi egalare frutta di lusso in Giappone è come dire: “Guarda quanto ci tengo a te, mi sei costato l’equivalente di un MacBook”.
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