Altro che Black Friday e Cyber Monday! Se c’è qualcuno che in vista del Natale sta facendo spese pazze non sono i consumatori con la carta di credito in fiamme, ma una società milanese già molto conosciuta per lo “shopping corporate”. Bending Spoons (che ogni anno è sempre in prima posizione tra le aziende in cui la gente è felice di lavorare, e qui vi spieghiamo il perché) ha infatti annunciato l’acquisto della piattaforma Eventbrite, per la modica cifra di circa 500 milioni di dollari in contanti (sul come li abbiano trasportati, immaginiamo pallet chic).
Chi sono Bending Spoons ed Eventbrite
Bending Spoons, tech company milanese che ha come Ceo il visionario ingegnere Luca Ferrari, si è specializzata in quello che potremmo definire il “restauro digitale”: rileva piattaforme affaticate, le mette a posto come un bravo tappezziere e poi le rilancia con rinnovato entusiasmo e molta ingegneria software. Nel suo armadietto dei trofei figurano già nomi che tutti abbiamo usato almeno una volta: WeTransfer, komoot, Evernote, Vimeo.
Eventbrite, dal canto suo, è uno dei marchi storici dell’organizzazione eventi online: nata nel 2006, ha permesso per anni a chiunque – dai promoter ai corsisti improvvisati – di organizzare eventi, vendere biglietti e radunare pubblico. In passato è stata un pilastro dell’“experience economy”, poi però qualcosa si è inceppato. Crescita in frenata, quotazione che non convinceva più, un mercato sempre più competitivo. Finché, taaac, Bending Spoons ha bussato alla porta con un’offerta difficile da ignorare.
Quanto cash sul tavolo?
Per portarsi a casa Eventbrite, Bending Spoons ha messo sul tavolo circa 500 milioni di dollari. Agli azionisti verranno riconosciuti 4,50 dollari per azione: un prezzo pari a un premio dell’82% rispetto alla media degli ultimi 60 giorni. In linguaggio finanziario significa: un’offerta talmente alta che c’è chi avrà dovuto rileggere il comunicato due volte per crederci.
Per Bending Spoons si tratta dell’ennesimo colpo messo a segno in un periodo di shopping frenetico, che la conferma come una sorta di collezionista di piattaforme digitali in grande stile. La chiusura definitiva, con tanto di passaggio a società privata, è prevista entro la prima metà del 2026, appena le autorità avranno timbrato tutto.
Dream Big
Non è un acquisto mordi-e-fuggi: Bending Spoons ha già annunciato obiettivi ambiziosi. L’idea è far fare un vero salto di qualità alla piattaforma, investendo su nuove funzioni: dall’intelligenza artificiale per creare eventi in modo più semplice a un sistema di messaggistica integrato, fino a un motore di ricerca più potente e un mercato secondario per i biglietti. In sostanza, una Eventbrite 2.0 che dovrebbe tornare protagonista dopo anni di fatica.
Per la società milanese, questa operazione è l’ennesima tessera di una strategia più ampia: acquisire, ristrutturare, rinnovare per costruire nel nostro Paese “un’azienda tecnologica dominante” (parole di Luca Ferrari). Un mosaico di servizi digitali internazionali che si va componendo pezzo dopo pezzo. L’acquisizione, peraltro, dimostra che il sogno non è un’utopia e che un’azienda italiana può davvero giocarsela alla pari con i giganti globali, guidando il recupero di piattaforme che hanno fatto storia.









