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All’affermazione Pelati è bello – più o meno condivisibile -, a questo giro possiamo anche aggiungere il fatturare. Pelati è bello fatturare. Sommando i due addendi otteniamo un risultato non da poco. Lo sa bene Brandon Chicotsky che è riuscito a far battere cassa alla propria calvizie: un simpatico lascito dell’Alopecia Aerata. Come? Trasformando la pelata in un mezzo per veicolare messaggi pubblicitari.

L’idea geniale è maturata nella testa di Brandon, secondo quanto riportato dall’HuffPost, durante gli studi di marketing digitale. Rimasto calvo a causa della patologia sopracitata, non si è lasciato abbattere.

Così, dopo aver svolto un’analisi di mercato per testare quanto le pubblicità con persone calve potessero avere appeal sul pubblico, il ragazzo è corso a progettare il suo sito web, registrare la società, depositando tutti i relativi marchi. È nata così Bald Logo: la sua personalissima agenzia pubblicitaria specializzata in promozioni online sulla… testa dello stesso Brandon (o dei soci)!

Per gli scettici, sappiate che l’iniziativa ha avuto successo. Sono piovute richieste come se non ci fosse un domani. I clienti che richiedevano “teste dipinte con i propri loghi” da mostrare nelle vie più frequentate delle città, hanno dato il via a un business non da poco.

Il tariffario parte dai 160 dollari all’ora fino ai 1600 dollari per 30 ore. In alcuni casi, il nostro Baldangel si accompagna anche a due ragazze immagine, giusto per attirare ancora di più l’attenzione.

Se ve lo siete chiesti, i messaggi pubblicitari degli inserzionisti non sono permanenti: si tratta di tatuaggi removibili (giusto per dare continuamente mazzate alla cute). Sì, i trasferelli.

Chiudiamo in bellezza dicendovi che Bald Logo non si limita al mero fatturare. Quasi la metà dei proventi viene devoluto alla Fondazione Nazionale Alopecia Areata: l’organizzazione benefica che sostiene i bambini affetti da Alopecia.

A sale in zucca il ragazzo era già ben messo, il resto è venuto da sè.

Credit immagine copertina

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