Vi ricordate quando si facevano le feste? Beh, lo so, è passata una vita ma provate a sforzarvi.
Avete presente quando, durante un party (quello che oggi chiameremmo ASSEMBRAMENTO), si scopriva che erano finiti tutti gli alcolici e che da quel momento in poi l’unica bevanda disponibile sarebbe stata la filtrofiore Bonomelli?
Come in ogni festa che si rispetti, poi, non mancavano mai i wannabe alcolisti, che pur di dire la parola fine erano pronti ad aprire tutti i mobili della casa nella speranza di trovare una forma di bevanda alcolica.
Nei casi più fortunati, questo si traduceva nel bere una bottiglia putrida di limoncello, probabilmente imbottigliata ai tempi di Marco Aurelio, mentre il più delle volte la ricerca non portava assolutamente a nulla.
Una disperata indagine che veniva quasi sempre annunciata con una frase ormai nota al mondo delle feste casalinghe:
“Non esiste. Non può essere finito l’alcol. Io rimango. Piuttosto mi bevo il detersivo”.
Ecco, c’è qualcuno in Russia che non si è limitato a dirlo per scherzo.
Qualche giorno fa, infatti, sette persone sono morte a Tattinskij (Jacuzia) dopo aver bevuto del disinfettante.
Per intenderci, una di quelle soluzioni idroalcoliche anti-covid che, nel caso servisse ricordarlo, sono composte quasi al 70% da metanolo.
Tre delle vittime sono morte addirittura prima dell’arrivo dei soccorsi, mentre le altre quattro sono mancate nei giorni seguenti all’accaduto.
In realtà, per quanto possa sembrare assurdo, questa passione per i drink a base di detersivo non sono una rarità in Russia. In Siberia, nel dicembre del 2016, 78 persone persero la vita dopo aver bevuto una lozione da bagno al biancospino.
Mi raccomando Imbruttiti, tra il detersivo e la camomilla scegliete sempre la seconda.
Da quella dovreste riuscire a svegliarvi…
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