Chiudi video
close adblock Il Milanese Imbruttito

Disabilita l'adblock

Ué grandissimo! Ti piace leggere i nostri articoli?
Allora non fare il giargiana, disabilita l’adblock
(così fai girare l’economia, taaac)!

close adblock Il Milanese Imbruttito

Ti ho beccato Giargiana!

Disabilita l’adblock (così fai girare l’economia, taaac)!

Ok

Editorial
mattuubbew6g2jmunsplash

Settembre bussa alla porta come Equitalia, lo si lascia aspettare fuori come con i Testimoni di Geova, e poi gli si apre come si apre la porta alla mamma dopo una lite. E di solito non è finita, si discute ancora un po’, perché si sa, le mamme sono ripetitive e i cazziatoni inesorabili. 
Esattamente così, diciamocelo, settembre non finisce più. 

Ieri era agosto, che ormai dura quanto una Peroni da 33 cl durante una partita, e oggi è settembre, che dura quanto la fila per le penne rigate nel 2020; e l'apprensione è la stessa, di riuscire a entrare al super e trovare lo scaffale vuoto. 

Settembre: quella parola che trovate sul vocabolario dei sinonimi sotto la voce Ansia, quel mese dell’anno che fa l’occhiolino al 31 Dicembre, e che ti serve per pranzo tocchetti di malinconia ghiacciati, mentre la casella Gmail scotta come la sabbia a Monopoli a mezzogiorno.

Adesso mettiamoci chi, come me, si è congedata dal sud dicendo “Beh venite a trovarmi a Settembre”, e si è sentita dire “Facciamo Novembre, che qui fino a metà Ottobre si va ancora al mare”. E che gli vuoi dire? Niente. Si guarda in basso e si annuisce, hanno ragione; c’è chi nella pausa pranzo si farà un tuffo e un piatto di cozze crude sullo scoglio, e chi infilerà la testa nel frigorifero dell’Esselunga per una monoporzione di farro alle verdure; chi andrà a lavorare con un costume sul sedile posteriore “Che non si sa mai”, e chi ci andrà con il piumino 100 grammi direttamente addosso. Insomma, ci sono mezze stagioni che non esistono più, e mezze stagioni che alitano sul collo: that’s it, lo accettiamo. 

Ma c’è solo una cosa più fastidiosa dell’autunno: le persone a cui piace l’autunno.
Ti invitano a fare trekking in montagna, “E quanto è buono il vin brulé”, e una gita nelle Langhe, una passeggiata tra i boschi pieni di foglie che cadono, magari bagnate, che fa Richard Gere e Winona Ryder, “E devi assolutamente assaggiare il tè del cacciatore”, e la pioggia è così romantica, e gita fuori porta a Courma che, ho scoperto, essere il comune in cui si gioca lo sport tradizionale valdostano: il palet. Praticamente molto simile al gioco delle bocce, solo che a uno si lanciano dei dischetti di ferro sul terreno, mentre nell’altro palle colorate sulla sabbia, scalzi, e con le onde che ti fanno ciao al posto delle caprette. 

Ok. Allora, prendiamo per vero che tutto questo sia divertente. 

Ma analizziamo insieme il fenomeno: il tempo vola quando ci si diverte. Lo sanno anche i bambini, no? E non è un luogo comune, ve lo assicuro, è vero, è Scienza. La percezione del tempo cambia a seconda delle emozioni che proviamo, e il responsabile di tutto questo è un neurotrasmettitore, precisamente la cara, vecchia dopamina. Gli eventi piacevoli stimolano la sua produzione nel nostro cervello, facendo accelerare il nostro orologio interno, così il tempo trascorso sembra un lampo. 

Allora perché il 3 Agosto ha già il sapore del 31, mentre oggi siamo a fine settembre ma percepiti siamo tipo al 72? Ve lo dico io perché, perché non ci stiamo divertendo. La dopamina sta in coma, le foglie moribonde non mettono tutto ‘sto happy sha la la la, le mele e le pere al centrotavola tipo una mostra permanente di Caravaggio che, non a caso, si chiama Natura Morta, non è il Carnevale di Rio. Ma di preciso, come dovremmo sollazzarci immersi in questo scenario post-bellico, decadente e grigio, un perenne tramonto che sì, bellissimo da instagrammare, ma il groppone in gola che fa venire a guardarlo, dove lo postiamo? Perchè dovremmo progettare rinascite e buoni propositi con il freddo che ci guarda come Joker? Pensiamoci un attimo: i bambini crescono nella pancia, nel liquido amniotico che è caldo. Se nascono prematuri, li mettono nelle incubatrici a non meno di 30 gradi, perché solo così sopravvivono. Quando ci fa male la pancia, d’istinto, ci mettiamo sopra le mani o la borsa dell’acqua calda perché il calore fa bene, cura. Dicono funzioni anche con le piante malandate ma su questo non ho esperienza perché io ho solo cactus, ma posso dirvi con sicurezza scientifica, che mia nonna mi ha insegnato a impastare e, oltre a farlo con l’acqua calda, mi ripeteva quanto fosse fondamentale avere le mani calde, se no la pasta non diventa morbida e non lievita. 

Su, non scherziamo, settembre è un Hummer contromano in autostrada che fa un frontale con l’estate, che invece gira naif in Vespa con i capelli al vento; e quello le canta pure un Requiem senza troppi sensi di colpa, perché settembre è sfrontato e arrogante.

E poi ci chiede sempre il conto. Rinfaccia i numeri che non tornano, tipo le promesse che abbiamo ignorato, si fa pagare tutti gli extra con supplemento, come i numeri sulla bilancia dopo le grandi abbuffate, e i debiti se li segna con alert volume massimo, quindi ogni impegno solo pensato, ha la faccia di un giudice in Cassazione.

Davvero tutto questo può piacere?
Mi accontento di un sentito e sincero e onesto no. E vorrei ci concedessimo la libertà di esprimere tutto il risentimento per le foglie tramortite al suolo e le ombre lunghe sull’asfalto, e i marron glassé e tutte le mille sfumature di castagne, che chissenefrega!
Ah sé, l’abbiamo detto. Si sta meglio? Non lo so, non credo. Ci tocca. Però credo che la fine dell’estate si superi pensando che tra nove mesi torna.
Ecco, allora, momento Superquark per sopravvivere:

- In Antartide, alcuni ricercatori hanno scoperto che i pinguini imperatoti fanno piccoli movimenti insieme e creano un’organizzazione sociale unica per sconfiggere il freddo, praticamente vivono vicinissimi gli uni agli altri e scaldano il pianeta ballando. Se se ne stessero da soli morirebbero. Ecco, prendiamo appunti. Che ad essere stronzi in autunno/inverno ci vuole coraggio.

- Di fredda va bene solo la birra, anzi meglio ghiacciata, come il cuore di un ex. Per il resto badate che quello che scegliete sia caldo. Facciamo degli esempi: vuole un futuro tiepido? No grazie, lo voglio bollente. L’amore lo gradisce da frigo o a temperatura ambiente? No grazie, lo voglio come la lava. 

- Last but not the least, avete presente Radio Maria in galleria? Beh, quella tenacia lì fino al disgelo. 

E adesso, caro settembre, entra pure; che ti offriamo un caffè amaro come te, ma preso bene come noi.

Seguici anche su Instagram, taaac!


Vai all'articolo precedenteIndietro
Il Milanese Imbruttito